2015-08-01 13:25:00

Lavoro: in crescita i nuovi assunti dalle piccole imprese


Sono le piccole imprese a trainare la ripresa dell'occupazione italiana nel mercato. E’ quanto emerge da un elaborazione dell’Associazione artigiani e piccole imprese Cgia di Mestre, relativa ai primi sei mesi dell’anno su un campione di 110 mila imprese distribuite su tutto il territorio nazionale. Secondo la ricerca, le aziende con meno di 50 dipendenti hanno fatto registrare circa 149 mila assunzioni non stagionali soprattutto nei settori dell’industria e dei servizi privati. Ce ne parla Marina Tomarro:

Sono circa 164 mila le persone che nei primi sei mesi dell’anno avrebbero trovato impiego nei settori dei servizi e in particolare nel commercio, nel turismo e nella ristorazione. Quasi 90 mila invece i nuovi assunti non stagionali nell’industria. Sono questi i primi dati positivi che emergono da un'elaborazione dell’ufficio studi della Cgia di Mestre. Il coordinatore dell’indagine Paolo Zabeo:

R. – Trainano la ripresa le piccole imprese, perché il 99,5 per cento delle aziende in Italia ha meno di 50 addetti, quindi la quasi totalità delle aziende in Italia è di piccola, piccolissima dimensione. I timidi segnali di ripresa stanno avendo anche qualche segnale positivo sul fronte occupazionale: infatti da questa indagine risulta che le assunzioni non stagionali, previste dalle imprese in questo primo semestre dell’anno, dovrebbero aumentare di 250 mila unità circa. I settori che maggiormente registrano le variazioni più positive sono il commercio, il servizio alla persona e i servizi legati alla ristorazione e quindi a tutta l’attività turistica e in particolar modo le costruzioni.

Molto importante diventa la valorizzazione di queste piccole imprese che spesso rischiano di fermarsi a causa della intricata politica burocratica a cui devono sottostare. Ascoltiamo ancora Paolo Zabeo:

R. - Per valorizzarle di più bisogna conoscerle meglio: conoscerne i problemi, in quanto la tassazione ha raggiunto livelli insopportabili, la necessità di dar credito a queste attività, mentre invece si continua ancora con una chiusura dei rubinetti del credito da parte delle banche, che è molto preoccupante; e, poi, l’altro aspetto che in qualche modo dovrebbe affrontare la politica è quello di ridurre il peso della burocrazia, che costa oltre 30 miliardi di euro all’anno per le piccole imprese a fronte di scartoffie, timbri e burocrazia varia, che soffocano le piccole imprese.

D. – In che modo si potrebbero anche incoraggiare i giovani a dar vita a queste piccole imprese, secondo lei?

R. – C’è qualche segnale di ripresa e i giovani si stanno riavvicinando al mondo del lavoro autonomo e della piccola impresa. Ovviamente, per far questo, bisogna anche far capire ai giovani - e in generale all’opinione pubblica - che il lavoro autonomo e la piccola impresa sono l’asse portante, il tessuto connettivo del Paese. Quindi, visto che la stragrande maggioranza sono realtà di piccola, piccolissima dimensione, bisogna anzitutto fare una grande operazione culturale, rivalutandole e soprattutto affrontando i problemi che stanno facendo soffrire queste piccole realtà.

Quindi queste piccole realtà imprenditoriali costituiscono sempre di più per l’Italia l’asse portante su cui ruota l’economia del Paese e una concreta via d’uscita alla crisi occupazionale. Paolo Zabeo:

R. – Oltre il 99 per cento delle aziende in Italia - come anticipato - sono al di sotto di 50 addetti; in queste realtà c’è circa il 70 per cento degli occupati in Italia nel settore privato e quindi questo è il tessuto connettivo, questa è l’asse portante della nostra economia. Va valorizzato, aiutato e soprattutto non va peggiorata la situazione, aggredendo quei problemi come il credito, la burocrazia e le tasse che in questo momento le stanno penalizzando.








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