2015-08-03 11:50:00

Estate romana: francescani in missione sulle banchine del Tevere


Per il secondo anno consecutivo i frati del Centro missionario francescano scendono sulle banchine del Tevere per incontrare i romani e i turisti che tutte le sere, fino a tarda notte, trascorrono la calda estate della capitale tra gli stand lungo il fiume. I frati hanno loro postazione, offerta a titolo gratuito, sotto la rampa di Ponte Garibaldi. Un’accoglienza calorosa da parte degli organizzatori di cui parla padre Paolo Fiasconaro, frate minore conventuale, al microfono di Eliana Astorri:

R. – L’accoglienza di coloro che gestiscono l’Estate Romana sul Tevere è stata grande: ci hanno dato uno stand in un luogo centralissimo, di fronte all’Isola Tiberina. Lì, ogni sera, col saio francescano, vediamo transitare una fiumana umana che si ferma, dialoga con noi frati e ci espone problematiche particolari, ma soprattutto è quel segno tangibile di avere una presenza religiosa in un luogo molto laico. Pensi che dai primi di giugno ai primi di settembre – quindi tre mesi – transitano sulle banchine del Tevere quasi due milioni di persone.

D. – I francescani, in questo punto di incontro lungo il Tevere, come fermano la gente? Qual è l’approccio?

R. – Anzitutto la visibilità del saio francescano. Molta gente è ammirata e ci chiede “Perché ci siete?” o addirittura ci dice: “Grazie che ci siete!”. Tanta gente ci dice: “Oh, troviamo i francescani pure qui in questo luogo…”, ma con un segno di ammirazione. Tanta gente passa, guarda… Noi potevamo fare uno stand mettendo anche degli oggetti, come si fa un po’ nelle mostre missionarie, vendendoli, invece no: abbiamo scelto proprio la presenza-testimonianza, “esserci” in questo luogo. Poi abbiamo delle mediazioni molto belle, come ad esempio la consegna di una cartolina con la matita, in cui ognuno può mandare un messaggio a Papa Francesco, “Caro Papa Francesco…”. Diamo un dépliant - e pensi che lo scorso hanno abbiamo dato più di 10 mila dépliant alle persone - e poi abbiamo i riscontri. Nel dépliant spieghiamo l’attività che portiamo avanti, come l’adozione a distanza, l’aiuto ai nostri lebbrosari, la formazione dei seminaristi che poi diventeranno missionari, i progetti e le micro-realizzazioni: sono tutte attività che portiamo avanti per aiutare i nostri missionari sparsi nel mondo.

D. – Da che ora siete lì?

R. – Noi iniziamo alle otto di sera e andiamo via a mezzanotte: sono praticamente quattro ore, ogni sera. Fino al 2 settembre: abbiamo iniziato il 12 giugno, quindi sono praticamente tre mesi… Noi andiamo lì … siamo diventati i “i frati delle banchine”. Papa Francesco, oltre a conquistare noi e averci dato lo stimolo a scendere nelle banchine, credo che abbia conquistato veramente gli organizzatori. Davanti al nostro stand abbiamo una gigantografia di Papa Francesco e lei pensi a quanti bambini si fermano per fare la fotografia con Papa Francesco col dito alzato: quella famosa fotografia di Francesco … Quindi questa mediazione concreta e immediata di avere il Papa in mezzo a loro: guardi che l’anno scorso abbiamo scritto al Santo Padre e lui ha risposto alla lettera dicendo: “Sì, sì lavorate, perché accogliete veramente l’invito di San Francesco, come i fraticelli che andavano per il mondo ad annunziare il Vangelo”.








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