2015-08-05 10:01:00

Chiesa Colombia: nozze gay contro diritti bambini e famiglia


“Ad essere violati sono i diritti della famiglia, non quelli delle coppie omosessuali”: così risponde padre Perdo Mercado Cepeda, segretario aggiunto della Conferenza episcopale colombiana per i rapporti Chiesa-Stato, riguardo alla petizione presentata da Guillermo Rivera, alto consigliere presidenziale per i Diritti umani, affinché la Corte Costituzionale riconosca esplicitamente il diritto al matrimonio tra persone dello stesso sesso. In particolare, nella sua richiesta, Rivera chiede che “si superi la mancanza di tutele” per le coppie omosessuali, permettendo “la formalizzazione della loro unione”.

Non alterare la natura giuridica del matrimonio, sancita dalla Costituzione
Di fronte a tale affermazione, padre Mercado risponde che ad essere violati non sono i diritti delle coppie gay, bensì quelli della famiglia, “la cui natura giuridica viene reiteratamente alterata, rispetto ai canoni stabiliti dalla Costituzione”. “La proposta di Rivera – continua il religioso – non ha una base né legale, né costituzionale, poiché la Corte non può soppiantare il Congresso nelle sue funzioni e non spetta quindi ad essa legiferare”. Al contrario, ribadisce padre Mercado, “la Corte deve essere garante ed interprete fedele della Carta fondamentale, non avendo alcuna competenza per modificarla”.

L’adozione non è un diritto dei genitori adottivi. Tutelare i bambini
Quindi, il segretario aggiunto per i rapporti Chiesa-Stato sottolinea che “si possono garantire i diritti degli omosessuali senza necessariamente modificare l’istituzione giuridica e naturale del matrimonio e della famiglia che la Costituzione definisce come unione tra un uomo ed una donna”. Infine, riguardo al “diritto all’adozione”, rivendicato dalle coppie dello stesso sesso, padre Mercado ricorda: “L’adozione non è un diritto dei genitori adottivi, anzi: il suo obiettivo è tutelare soprattutto i diritti dei bambini, il loro benessere ed il loro sviluppo”. L’auspicio del religioso, quindi, è che “i diritti dei minori prevalgano sempre sugli eventuali interessi dei genitori adottivi”. (I.P.)








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