2015-08-05 13:04:00

Slitta a settembre il ddl Cirinnà sulle unioni civili


Slitta a settembre il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo del Senato al termine della quale il presidente Pietro Grasso ha illustrato le decisioni assunte, precisando che non è ancora stata fissata una data per l'approdo in Aula del provvedimento. Immediate le reazioni dei diversi schieramenti. Loredana De Petris, capogruppo del gruppo misto, ha proposto una modifica del calendario dei lavori di Palazzo Madama con l’inserimento del ddl sulle unioni civili, al 10 settembre, ma l'assemblea del Senato ha respinto la richiesta. Ascoltiamo il commento di Massimo Gandolfini, presidente del comitato “Difendiamo i nostri figli”, al microfono di Marina Tomarro:

R. – Io credo che un peso sostanziale e molto importante lo abbia avuto proprio la manifestazione del 20 giugno, che abbiamo fatto a Roma, in Piazza San Giovanni, con tutto poi il seguito che la manifestazione ha comportato ed ha innescato. Sostanzialmente abbiamo attirato l’attenzione dell’opinione pubblica su un tema delicatissimo, come è appunto il tema della revisione dell’istituto familiare, dell’istituto matrimoniale. Revisione non tanto di tipo religioso, ma proprio di tipo civile. L’idea che adesso possano essere proposte delle forme, dei modelli diversi di famiglia con genitori dello stesso sesso è un’idea che non trova assolutamente cittadinanza all’interno di quanto viene definito e specificato nell’art. 29.

D. – Secondo lei cosa succederà adesso?

R. – Innanzitutto, abbiamo ottenuto una revisione generale dell’atteggiamento. L’atteggiamento è diventato molto più attento, molto più serio, molto più analitico. Abbiamo sollevato l’idea che non può esistere un matrimonio e una famiglia omogenitoriale. Il secondo aspetto è che si è creata anche una certa dialettica all’interno delle forze politiche, in modo particolare nel partito di maggioranza. Il dibattito in Commissione Giustizia sarà molto difficile. Intanto, questi 1500 emendamenti determineranno di sicuro un iter piuttosto lento e faticoso per arrivare a portare il disegno di legge in Senato.

D. – E uno dei punti si cui si discute di più è quello delle adozioni…

R. – Il punto sicuramente più delicato è proprio quello che è legato alle adozioni. Qui bisogna essere molto chiari. La famiglia che è strutturalmente deputata ad accogliere i bambini, accudirli e crescerli è la famiglia caratterizzata da un padre e da una madre. Il punto di vista di partenza del ddl Cirinnà è un punto di vista sbagliato, perché il problema non è il desiderio di una coppia omosessuale di avere un figlio. Questo diritto al figlio non esiste neppure per le coppie eterosessuali, perché quello da tutelare è il diritto del figlio di trovare lì la propria armonica composizione della personalità. Questo non vuol dire che i diritti civili legati alla persona non possano essere riconosciuti all’interno di una relazione di coppia. Questi, anzi, vanno riconosciuti e hanno un loro rispettabile senso. Ma questo non vuol dire assolutamente trasformare le unioni civili in una famiglia. Ribadiamo con grande chiarezza ‘sì’ ai diritti civili legati alla persona e ‘no’ ai diritti matrimoniali, all’adozione dei bambini, alla pensione di reversibilità, alla quota di legittima, che sono tipici dell’istituto familiare.

D. – Cosa pensa di questi richiami da parte delle istituzioni europee su questa materia?

R. – A questo tipo di raccomandazione si può assolutamente opporre la propria resistenza, cosa che è avvenuta anni fa quando ci fu il problema dei crocifissi. Anche lì la Corte Europea impose che i crocifissi dovessero essere tolti. L’appello alla Grande Chambre ha dato poi il risultato che tutti quanti conosciamo. Ci auguriamo, quindi, che il governo italiano voglia opporsi e voglia fare ricorso.








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