I delitti sessuali contro i bambini sono “un peccato grave che grida al cielo”: così la Conferenza episcopale argentina scrive nelle Linee-guida per i casi di abusi sessuali sui minori, perpetrati da alcuni sacerdoti. Il documento, approvato nell’aprile 2015 dalla 105.ma Assemblea plenaria argentina e poi inviato alla Santa Sede per la revisione finale, è stato presentato ufficialmente il 5 agosto a Buenos Aires, nell’ambito del corso “Aggiornamento della Curia nei delitti commessi da sacerdoti e religiosi”, organizzato dall’Università cattolica nazionale. Ad introdurre il testo, mons. Carlos Malfa, segretario generale dei vescovi.
Adesione ai criteri di trasparenza stabiliti
dalla Santa Sede
Nelle Linee-guida, i presuli ribadiscono che l’abuso
sessuale sui minori è un delitto, tanto nell’ordinamento giuridico canonico, tanto
in quello dello Stato. Non solo: “Quando l’abuso sessuale su un minore viene commesso
da un sacerdote – si legge nel documento – tale delitto assume una particolare gravità
perché, oltre a ledere la dignità e l’integrità della vittima, implica la profanazione
del ministero sacerdotale conferito tramite il sacramento dell’ordinazione”. Di qui,
la volontà dei vescovi argentini di voler condividere la preoccupazione del Papa per
questo tema, con il desiderio esplicito di “aderire senza riserve ai criteri di trasparenza
e responsabilità stabiliti, in numerose occasioni, dalla Santa Sede” riguardo a casi
simili.
Massima collaborazione tra Chiesa, Stato e società
Allo stesso tempo, la Chiesa di Buenos Aires esprime
“la sua massima disponibilità a collaborare con la società e con le autorità competenti
a livello nazionale e provinciale” per affrontare tale questione. L’episcopato argentino
spiega, poi, che l’obiettivo delle Linee-guida è “quello di orientare i vescovi nel
caso in cui debbano intervenire nelle loro rispettive giurisdizioni, dopo aver ricevuto
notizie verosimili riguardanti i delitti di abuso sessuale sui minori, commessi da
sacerdoti”.
Documento diviso in due parti. La prima è a carattere
giuridico
Il documento è suddiviso in due parti: la prima è
“focalizzata sugli aspetti pratici, esclusivamente giuridici. Per questo, essa fa
riferimento alla legislazione canonica vigente, contenuta nel Motu proprio “Sacramentorum
Sanctitatis Tutela”. Promulgato da Giovanni Paolo II nel 2001, tale Motu proprio attribuiva
alla Congregazione per la Dottrina della Fede la competenza per trattare e giudicare,
nell’ambito dell’ordinamento canonico, una serie di delitti particolarmente gravi.
Il documento pontificio era poi accompagnato da una serie di Norme applicative e procedurali
note come "Normae de gravioribus delictis".
Seconda parte è a carattere pastorale
Nel corso dei nove anni successivi tali Norme sono
state aggiornate, in modo da poter sveltire o semplificare le procedure per renderle
più efficaci, o tener conto di nuove problematiche. I delitti gravissimi a cui si
riferiva questa normativa riguardano i sacramenti dell’Eucarestia e della Penitenza,
e gli abusi sessuali commessi da un chierico con un minore al di sotto dei 18 anni
di età. La seconda parte delle Linee-guida, invece, presenta alcuni orientamenti pastorali
che si raccomanda di tenere in conto, “sommati alle esperienze acquisite dai vescovi
e dai loro collaboratori, insieme alla Dottrina della Chiesa”.
Condotta immorale di pochi non sminuisce impegno
di tanti
Infine, i presuli argentini esprimono riconoscenza
ed apprezzamento per “i sacerdoti che servono con zelo apostolico il Popolo di Dio”.
“La condotta immorale di pochi – concludono i vescovi – non squalifica, né sminuisce
l’abnegazione con cui la maggioranza dei sacerdoti porta avanti tale servizio”. Di
qui l’auspicio affinché tali Linee-guida contribuiscano ad “un migliore esercizio
del ministero sacerdotale nella missione della Chiesa”. (I.P.)
All the contents on this site are copyrighted ©. |