Sono oltre 513 mila – 500 mila dei quali della sola Lega Nord – gli emendamenti presentati in commissione a Palazzo Madama sul ddl Boschi, la riforma costituzionale, che ha al centro il ruolo futuro del Senato. Un tema che divide profondamente il Pd, che ha riunito nel pomeriggio la direzione nazionale per discutere di Sud, l’inizio di una luna riflessione, sottolinea Matteo Renzi. Servizio di Giampiero Guadagni:
Il problema del Sud non è la mancanza di soldi, ma la mancanza di politica. Così
il premier segretario Renzi ha aperto la direzione Pd convocata dopo l’ultimo drammatico
rapporto Svimez che fotografa una situazione di autentico sottoviluppo, con un abitante
su tre a rischio povertà. Il Pd presenterà un piano a metà settembre, prima dunque
della legge di Stabilità. Per ora da Renzi nessun annuncio ufficiale; anche se in
campo c’è la proposta di svincolo dal patto di stabilità dei fondi europei, solo per
le regioni che dimostrano di saperli spendere. Renzi intanto ricorda quanto fatto
dal governo per tenere aperta l’Ilva di Taranto; e sottolinea la necessità dell’Alta
velocità in Calabria. Il premier insiste: basta piagnistei e retorica che diventa
autoassolutoria per una parte della classe dirigente. D’altra parte attualmente tutti
i governatori del sud sono targati Pd. E proprio rivolto al suo partito il premier
segretario dice: il sud non va piegato a fini interni. Un messaggio che indirettamente
si allarga alle riforme costituzionali, nel giorno in cui la minoranza Pd ha depositato
17 emendamenti al ddl Boschi. La principale richiesta, condivisa peraltro dalle opposizioni,
è il ripristino dell’elezione diretta dei senatori, non prevista dal testo approvato
alla Camera e approdato in commissione affari costituzionali di Palazzo Madama.
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