2015-08-11 16:24:00

Grecia e creditori: intesa sul nuovo piano di salvataggio


La Grecia e i creditori internazionali (Unione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale) hanno raggiunto un accordo di principio su un nuovo piano di salvataggio che dovrebbe assicurare ad Atene, nell’arco di tre anni, finanziamenti per 86 miliardi di euro. l'intesa dovrà essere ratificata dal Parlamento greco entro domani. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Restano da definire dei dettagli, manca ancora l’intesa politica ma L'Eurogruppo – ha reso noto il premier spagnolo Mariano Rajoy - si riunirà venerdì prossimo per dare il via libera all'accordo tra Grecia e creditori internazionali. Il governo ellenico ha precisato che, “in cambio di una lunga lista di misure di bilancio e di riforme” verrà assicurata la copertura di debiti e prestiti. Le banche “saranno ricapitalizzate prima della fine del 2015 con un sostegno immediato di 10 miliardi di euro” e non si farà ricorso a prelievi sui depositi dei risparmiatori. L’intesa prevede un deficit primario pari allo 0,25% del Pil nel 2015 e pari allo 0,5% nel 2016. Tra le misure previste, la graduale abolizione delle pensioni anticipate, la riforma del mercato del lavoro che sarà realizzata in collaborazione con l'Ocse, la deregolamentazione del mercato dell'energia e il completamento del programma di privatizzazioni.

Servirà tutto questo a riportare stabilità economica in Grecia? Giancarlo La Vella lo ha chiesto ad Angelo Baglioni, docente di Economia Politica all’Università Cattolica di Milano:

R. – Purtroppo, credo che nel lungo periodo non servirà a molto, nel senso che i problemi di fondo, cioè la bassa crescita, perdureranno. L’accordo serve a superare le scadenze finanziarie immediate nei prossimi mesi e nei prossimi tre anni. Quindi, serve fondamentalmente a evitare che la Grecia sia insolvente nei confronti della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale.

D. – Analizzando alcuni dei provvedimenti adottati da Atene nell’ambito di questo accordo, balza subito in evidenza, finalmente, la riforma delle pensioni e altri provvedimenti che evidenziano la buona volontà del Paese ellenico…

R. – È chiaro che la riforma delle pensioni, o la lotta all’evasione fiscale, sono cose positive. Altre lo sono molto meno. L’aumento dell’Iva e l’abolizione dell’Iva agevolata nelle isole sono cose che ostacoleranno i consumi e quindi si aggiungeranno a una serie di provvedimenti restrittivi che hanno causato la recessione del Paese negli ultimi anni. Quindi, credo sarà molto difficile che l’economia reale greca alla lunga si riprenda.

D. – Questo vuol dire che, prima o poi, saremo di fronte a un altro problema Grecia?

R. – Temo di sì, dato che si prosegue sulla linea della cosiddetta “dell’austerità”. Questa linea non ha portato a una riduzione del rapporto tra debito e reddito nazionale della Grecia, come tra l’altro anche in altri Paesi.

D. – Questo accordo, guardando alle cose interne della Grecia, va un po’ a tradire quanto Tsipras e il suo partito Syriza avevano promesso in campagna elettorale?

R. – Ovviamente, se inseriamo oltre a quelle economiche anche le variabili politiche, c’è da tener conto del fatto che questo accordo vale, varrà, e sarà rispettato finché sostanzialmente Tsipras sarà al governo. Quindi, da questo punto di vista per avere un po’ di stabilità, bisognerebbe che Tsipras rimanesse al governo, o, meglio, che si facesse un governo di unità nazionale che dia stabilità a questo accordo almeno per i prossimi tre anni.








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