Si è dimesso in Libia Al Thani, primo ministro del governo riconosciuto dalla comunità internazionale, mentre a Ginevra si apre il secondo giorno di negoziati Onu per creare un governo di unità nazionale con le diverse formazioni che si contendono il potere. Intanto, in Medio oriente, continuano gli attentati dei jihadisti dell’is e i raid turchi contro il Pkk. Il servizio è di Elvira Ragosta:
Annuncia le sue dimissioni in un’intervista tv il capo del governo libico riconosciuto
al Thinni, in risposta alle critiche sulla mancanza di sicurezza nel Paese. Intanto,
a Ginevra, l’Onu cerca l’accordo definitivo tra i rappresentanti di Tobruk e quelli
del parlamento non riconosciuto di Tripoli. L’auspicio dell’inviato speciale delle
nazioni unite, Bernardino Leon, è che il nuovo governo di unità nazionale libico si
formi prima della convocazione, a settembre, dell’assemblea generale Onu. Una stabilizzazione
necessaria per la Libia, nel caos dalla fine del regime di Gheddafi e sotto la minaccia
jihadista delle milizie che si ispirano al autoproclamato califfato islamico. Ma il
terreno di scontro del sedicente stato islamico resta il Medio oriente. Sciita l’obiettivo
dell’ultimo, duplice, attentato in Iraq, dove due autobomba sono esplose in un mercato
e in una postazione dell’esercito nella città orientale di Baquba. Al confine tra
Siria e Turchia tra conferme e smentite, Ankara e Washington lavorano alla creazione
di una zona cuscinetto che dovrà accogliere i civili in fuga dalle violenze dell’is
e del regime di Damasco e il premier turco, Davutoglu, non esclude l'invio di truppe
di terra in Siria. Nel contempo, la Turchia continua i raid contro il braccio armato
del partito curdo dei lavoratori. Una lotta, promette il presidente Erdogan, che le
autorità continueranno ''fino all'ultimo terrorista''.
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