2015-08-15 12:30:00

Francia: campane a distesa per i cristiani del Medio Oriente


Oggi in Francia, nella Solennità dell’Assunzione, le campane di molte chiese hanno suonato a distesa a mezzogiorno in segno di solidarietà con i cristiani del Medio Oriente, vittime di persecuzioni. L’iniziativa è stata promossa dal vescovo di Fréjus-Tolone, mons. Dominique Rey, e intende lanciare un appello alla mobilitazione, alla preghiera e ad un aiuto concreto per una minoranza spesso dimenticata dall’Occidente. Ma perché proprio il 15 agosto? Al microfono di Sesto Chouffot, risponde mons. Marc Aillet, vescovo di Bayonne:

R. – On a opté le 15 août parce-que …
Il 15 agosto perché è una festa grande, è la festa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria che è la Patrona principale della Francia. E’ anche per ricordare che la Francia ha un dovere storico nella protezione dei cristiani d’Oriente e questo è un modo per ricordarle il suo dovere di non dimenticare quei cristiani che oggi sono perseguitati per la loro fede. E poi per confidare nell’intercessione potente della Vergine Maria, perché noi sappiamo che la Madre di Dio è vittoriosa e come canta la liturgia è “terribile come un esercito schierato in ordine di battaglia” (Ct. 6, 3)”.

D. – Pensa che il messaggio di questa iniziativa possa essere recepito in Medio Oriente?

R. – Pour avoir vu ce que vivent ces familles de réfugiés chrétiens, …
Dopo aver visto come vivono le famiglie dei rifugiati cristiani, ammassate nei campi, so che sono molto sensibili al fatto che i cristiani d’Occidente non li abbiano dimenticati. Quando sono andato a visitarli, mi sono reso conto di quanto la nostra presenza li abbia colpiti. Alcuni seminaristi mi hanno detto: “La vostra presenza, come quella di altre persone venute dall’Occidente a visitarci, è la prova e il segno che Dio non ci ha dimenticato”. Per questo penso che siano grati – anche se, purtroppo, non sarà questo a cambiare la loro condizione sul piano politico; ma sanno che noi non li abbiamo dimenticati, che in questa giornata siamo riuniti davanti alle nostre chiese per dire loro: “Vi sosteniamo, non vi dimentichiamo, preghiamo per voi. Vogliamo scuotere l’opinione pubblica mondiale; ci piacerebbe che la comunità internazionale fosse un po’ più sensibile alla vostra pena, alla tragedia che state vivendo”. Nessun capo di Stato occidentale ha levato la sua voce per dire: “Bisogna fermare tutto questo, bisogna tenere conto della sorte dei cristiani d’Oriente”.  Vorremmo anche che i governi occidentali si rendano conto del contributo dei cristiani in Medio Oriente, perché quei Paesi sono la culla del cristianesimo. Eppure, sono sistematicamente sradicati, vittime di una politica della quale non siamo completamente innocenti.

D. – Nella sua diocesi, accogliete famiglie di migranti?

R. – Dans mon diocèse, effectivement …
Quello che mi rende ancora più sensibile a questo problema è che nella mia diocesi di Pau ho una cinquantina di famiglie cristiane giunte dall’Iraq: le ultime 12 sono arrivate nello scorso mese di ottobre. E purtroppo molte di esse stanno aspettando da mesi che Parigi tratti il loro caso …








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