2015-08-15 14:30:00

70 anni fa, divisione della Corea. Arcivescovo di Seoul: pregare per la riconciliazione


Settanta anni fa, il 15 agosto 1945, la Corea veniva liberata dal dominio giapponese. Una data coincidente con la Festa dell’Assunzione di Maria e celebrata ogni anno con una Messa di ringraziamento. Ma settanta anni fa iniziava anche la divisione del Paese in due nazioni distinte: Corea del Nord e Corea del Sud. Per questo, l’arcivescovo di Seoul, card. Andrew Yeom Soo-jung, ha diffuso un messaggio in cui invita alla pace ed alla riconciliazione.

Superare la realtà dolorosa della divisione tra le due Coree
“Per il nostro Paese – si legge nel documento, riportato dall’agenzia AsiaNews - quest’anno è il 70.mo anniversario della liberazione e della divisione fra Nord e Sud Corea. È una realtà dolorosa che un unico popolo, che parla la stessa lingua, si sia diviso uno contro l’altro per 70 lunghi anni”. Di qui, l’invito a moltiplicare gli sforzi “per l’unificazione pacifica fra il Nord e il Sud della Corea”, continuando “a lavorare per la comunicazione e l’integrazione della società coreana. Sull’esempio di Maria, dovremmo credere nel Signore, che mai ci lascia senza speranza, anche nell’ora più buia, perché nulla è impossibile a Dio (Luca 1,37)”.

Pregare per riconciliazione e pace. Sostenere i fedeli della Corea del Nord
Poi, il porporato esorta i fedeli alla preghiera: “In questo tempo di divisione – scrive - dovremmo pregare di continuo per la riconciliazione e la pace nella penisola coreana, per la pace in Asia, e per la pace nel mondo. Attraverso la preghiera la nostra nazione sarà capace di nuovi passi di pace e riconciliazione, lasciandosi dietro ogni divisione e odio”. Non solo: la preghiera va “tradotta in azioni” concrete, in “aiuto e sostegno ai fratelli e sorelle nordcoreani”, così da “seminare semi di pace e di riconciliazione”.

Appello ai governi: iniziare il dialogo ed avviare la denuclearizzazione
Per questo, l’arcivescovo di Seoul lancia un pressante appello alle istituzioni: “È tempo per entrambi i governi – afferma – di iniziare un dialogo di collaborazione, una politica di pace, la denuclearizzazione, fino alla futura prosperità. Per attuare la pace di Dio, abbiamo bisogno di determinazione e coraggio per compiere il bene comune e non pensare solo ai propri interessi”. Infine, il porporato chiede al Signore di donare “il coraggio e la forza per compiere la pace e l’unificazione della nazione” e prega la Vergine Maria di intercedere per “la genuina riconciliazione e la pace nella penisola coreana”.

Consiglio ecumenico delle Chiese: no a folle politica di separazione
Da ricordare anche che domenica scorsa, 9 agosto, è stata celebrata l’annuale “Domenica per la pace e la riunificazione delle due Coree”, promossa dal Consiglio ecumenico delle Chiese. Per l’occasione, è stata preparata una speciale al Signore affinché converta tutte le menti per una Corea finalmente riconciliata, ponendo fine ad una “folle politica che consolida il muro della separazione”.

Un anno fa, la visita di Papa Francesco
Infine, è importante segnalare che quest’anno i fedeli della diocesi di Daejeon, nel centro della Corea del Sud, celebrano il 15 agosto come il “Francisco Day”, in ricordo della Messa presieduta da Papa Francesco esattamente un anno fa nello stadio della città. Dal 14 al 18 agosto 2014, infatti, il Pontefice si è recato in visita in Corea del Sud, per il suo terzo viaggio apostolico internazionale. Le commemorazioni dell’evento prevedono, in particolare a Solmoe, un grande incontro per i giovani e le famiglie. Ad aprire l’evento, un pellegrinaggio di vescovi, leader di altre religioni ed autorità civili, che terminerà con una lavanda dei piedi reciproca.

A Seoul, una targa ricorda il Pontefice
Le celebrazioni proseguiranno poi il 23 agosto, quando a Seoul, in piazza Gwanghwamun, il card. Yeom Soo-jung scoprirà una targa celebrativa in pietra alta un metro e larga 1,7. “In tal modo - spiega un comunicato dell’arcidiocesi - il luogo in cui Francesco celebrò la Messa per la beatificazione di Paul Yun Ji-chung e dei suoi 123 compagni martiri, lo stesso in cui molti cattolici coreani furono assassinati per la loro fede, diventerà un luogo di pellegrinaggio, che simboleggia la libertà e l’uguaglianza”. (I.P.)








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