2015-08-16 12:30:00

Dieci anni fa l'assassinio di frère Roger: una morte che ha creato unità


Dieci anni fa, il 16 agosto 2005, veniva ucciso da una squilibrata frère Roger Schutz, fondatore della Comunità ecumenica di Taizé. Un evento tragico, avvenuto durante una normale preghiera serale. Così lo ricorda frère Alois, attuale priore di Taizé, al microfono di Sergio Centofanti:

R. – Questa violenza contro di lui è stato uno shock, per noi, ma anche un momento di unità. Questo è molto strano: che questa morte ci ha uniti ancora di più, tutti i fratelli della comunità … E ancora oggi viviamo di questa unità che abbiamo sperimentato durante i giorni della morte di Frère Roger.

D. – Che cosa dice alla società di oggi, così piena di tensioni, il messaggio di frère Roger?

R. – Il messaggio della misericordia, della compassione di Dio che vogliamo vivere. Lui ha vissuto questo messaggio della compassione di Dio, per mostrare che questo è il cuore del Vangelo.

D. – Che cosa attira ancora oggi tanti giovani a Taizé?

R. – C’è una sete, una sete spirituale e noi vogliamo che questa sete possa trovare una risposta nella Chiesa.

Oggi la comunità di Taizé ricorda frère Roger con un incontro a cui partecipano migliaia di giovani, rappresentanti di diverse Chiese cristiane e di altre religioni. E’ presente anche François, un giovane del Ciad che ha assistito a quel tragico evento di 10 anni fa. Cécilie Corso gli ha chiesto come sia cambiata Taizé:

R. – Taizé 2005 – Taizé 2015: à part le changement du prieur …
Taizé 2005 – Taizé 2015: a parte il cambiamento del priore, che ora è frère Alois, a parte il cambiamento di alcune delle strutture di accoglienza di Taizé, non vedo differenze significative dopo la morte di frère Roger. La comunità è rimasta nella sua semplicità, con la sua fraternità, nella stessa atmosfera di pace e di gioia …

D. – Cosa ci riporta alla memoria la morte di frère Roger, oggi, dieci anni dopo?

R. – La mort de frère Roger doit rester donc comme un signe de réconciliation …
La morte di frère Roger deve rimanere un segno di riconciliazione, perché Frère Roger era un grande pacificatore: per me è una guida, un modello. Tutto quello che dobbiamo comprendere è che la morte di frère Roger ha testimoniato il suo impegno nella sequela di Cristo: la maggior parte dei grandi cristiani sono morti come lui. Pensiamo alla morte di San Pietro e di San Paolo, a come sono stati martirizzati; e così frère Roger. Era così profondamente impegnato nella sequela di Cristo, da aver trovato la morte come i suoi fratelli maggiori in Cristo.

D. – Quale il suo messaggio per noi, oggi?

R. – C’est bon de vivre dans la fraternité, c’est bon de vivre dans la paix, c’est bon de vivre dans …
E’ bene vivere nella fratellanza, nella pace, nella semplicità, nella gioia … Credo che sia questa l’eredità che abbia voluto lasciarci. Proprio per questo penso che dobbiamo portare avanti l’opera di frère Roger.








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