2015-08-16 13:23:00

India: la Chiesa celebra la Giornata della giustizia


“Rendere le persone e le istituzioni più sensibili nei confronti della società, così da rispondere meglio alle richieste di giustizia”. E’ questa la finalità della “Justice Sunday” che si celebra oggi in India. Promossa fin dal 1983 ed organizzata dalla Conferenza episcopale indiana, la ricorrenza viene celebrata ogni anno nella domenica successiva al 15 agosto, festa dell’indipendenza del Paese. Su questa Giornata, giunta alla 32.ma edizione, si sofferma al microfono di Amedeo Lomonaco, il direttore di AsiaNews, padre Bernardo Cervellera:

R. – La questione della giustizia presenta, attualmente, delle punte molto acute per quanto riguarda i diritti dei dalit, i diritti delle donne, il rispetto della dignità della donna. Poi c’è la questione della pace: l’India è un Paese nucleare e vicino ha il Pakistan, anch’esso potenza nucleare. Tra i due Paesi non si riesce mai ad appianare i rapporti.

D. - Oltre a questi, quali sono altri ambiti preoccupanti in cui la giustizia fatica ad affermarsi?

R. - La giustizia, in India, si afferma poco dal punto di vista della libertà religiosa. Ad Asia News registriamo continuamente - adesso con il governo di Modi ancora di più - violenze contro cristiani, buddisti e musulmani. Chiese bruciate, scuole devastate, pestaggio di fedeli, statue distrutte, ecc … A tutto questo la polizia non dà seguito, non trova i colpevoli. Ancora adesso per quanto riguarda tutte le vittime dei pogrom di Kandhamal, nell’Orissa del 2008, i processi attuati sono stati soltanto una decina. Nella maggior parte di questi processi, gli accusati vengono liberati.

D. - La Chiesa cerca anche di lenire le sofferenze di chi è vittima di ingiustizie legate al sistema delle caste …

R. - Questa è un’ingiustizia fortissima. Anche se con l’indipendenza dell’India e grazie al Mahatma Gandhi, il Paese ha ufficialmente eliminato la divisione delle caste per lo meno come influenza nella burocrazia e nello Stato però, di fatto, la cultura è ancora quella. E quindi i dalit sono emarginati dal punto di vista del lavoro, degli studi e dei benefici che possono trarre dalla loro situazione di indigenza. E bisogna dire che i dalit cristiani e i dalit musulmani sono ancora più emarginati: mentre i dalit indù vengono aiutati attraverso delle regole e quindi posti nelle scuole, nei lavori dell’amministrazione statale ecc, i dalit cristiani e quelli musulmani vengono soltanto emarginati. Non hanno nessun aiuto.

D. - Molte delle ingiustizie sono legate anche alle vaste sacche di povertà ancora presenti nel Paese. Solo una società più giusta potrà finalmente promuovere un equilibrato sviluppo nella più grande democrazia al mondo …

R. - È un Paese in via di sviluppo. Si sta ingrandendo e si sta potenziando, però gli squilibri tra ricchi e poveri sono veramente enormi.








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