2015-08-18 14:30:00

Boldrini: su immigrazione ci sono professionisti della polemica


L'immigrazione è ancora al centro del dibattito politico in Italia. Lega e parte di Forza Italia chiedono di ricorrere ai respingimenti, mentre Pd e Ap difendono la linea del governo. Di come debba reagire l'Europa di fronte a chi fugge da fame e guerre, delle polemiche di questi giorni sull'accoglienza, abbiamo parlato con la presidente della Camera, Laura Boldrini. L'intervista è di Alessandro Guarasci:

R. – Ci sono professionisti delle polemiche nel nostro Paese, che peraltro sono quasi sempre privi di argomenti propri. Quindi, si esercitano attaccando gli altri e a volte facendolo anche in modo pesante e volgare. Io ritengo che bisogna invece prospettare le soluzioni e agire quanto più possibile anche a livello esteso, a livello europeo.

D. – Alcuni esponenti della Chiesa, tra cui mons. Galantino, sono stati attaccati in questi giorni per le loro posizioni sull’immigrazione. Qual è il suo commento?

R. – Il mio commento è che mons. Galantino esprime i principi del Vangelo ed esprime – peraltro – anche i temi a cui ogni giorno dà voce lo stesso Papa Francesco. Per cui, mi sembra normale che mons. Galantino possa essere libero di esprimere le proprie posizioni. E chi lo attacca lo fa – a mio avviso – in modo strumentale.

D. – Sulle tragedie dei migranti, il cardinale Bagnasco dice: “Dov’è l’Onu?”. Ma secondo lei, invece, dov’è l’Europa?

R. – Intanto, c’è da dire che l’Europa ha fatto un primo passo perché questa agenda per l’immigrazione, che è stata presentata dalla Commissione, è la prima volta che offre una condivisione dell’onere all’interno degli Stati – sia pure in un modo timido, ma è comunque un primo passo da valorizzare. Dopodiché, questo significa che c’è bisogno di più Europa. Io rimango sempre abbastanza sorpresa da chi invece propina il ritorno ai vecchi Stati nazionali chiudendo le frontiere e ognuno per sé, perché questo non solo è anacronistico, ma non è efficace, perché questo è perdente. Noi dobbiamo lavorare, tutti, con azioni concrete verso una prospettiva federale, verso quello che potrebbero essere – come obiettivo finale – gli “Stati Uniti d’Europa”. Bisogna andare avanti verso un’integrazione politica, partendo dalla crisi greca che ha dimostrato, appunto, la fragilità di questo impianto europeo.

D. – In Italia, si parla molto di riforme: la riforma della Legge elettorale, del Senato… Ma che fine ha fatto la “riforma della cittadinanza”?

R. – La riforma della cittadinanza sarà una delle leggi di cui ci occuperemo alla ripresa, a settembre. E’ stato depositato un testo. Mi pare che sia di fatto concentrato sulla cittadinanza dei minori. Se la legge sulla cittadinanza, però, è uno strumento di integrazione – e io credo che lo sia – allora ritengo che va bene occuparsi della cittadinanza e dei minori, ma ritengo che bisogna anche non escludere quella dei maggiorenni, quella degli adulti. Infatti, si creerebbe una situazione abbastanza difficile da gestire per le stesse famiglie e noi non vogliamo creare sacche di marginalità. Noi vogliamo fare in modo che chi vive nel nostro Paese e lavora nel nostro Paese e paga le tasse, abbia anche la possibilità di sentirsi parte attiva del nostro tessuto sociale.








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