2015-08-19 06:57:00

Missionario in Malawi: Paese alla deriva, aumenta la povertà


“La povertà in Malawi sta crescendo a dismisura e ogni giorno porta nuove cattive notizie”: è la denuncia del missionario monfortano padre Piergiorgio Gamba, all’agenzia Fides. L'ospedale di Balaka manca delle medicine più semplici. Ai pazienti viene data la prescrizione perché si rechino in ospedali privati a procurarsele. Il 7 settembre riapre l’anno scolastico e per tanti studenti sarà difficile pagare la retta che sta crescendo giornalmente. L’Escom, la compagnia che fornisce elettricità al Paese ha chiesto al 14% della popolazione che ha accesso alla corrente elettrica di prepararsi a quattro mesi di blackout continui. Manca il grano sul mercato, dopo le alluvioni dei mesi scorsi. Della situazione in Malawi Fausta Speranza ha parlato con l'africanista Angelo Turco, docente di geografia delle relazioni internazionali allo Iulm: 

 

R. – E’ un Paese che si pone, intanto, verso il fondo della classifica per indice di sviluppo umano, dove la nuova équipe dirigente, salita al potere con le elezioni dello scorso anno, non ha dato ancora grandi prove di sé, dove la corruzione rimane uno dei problemi fondamentali e dove le inondazioni di gennaio hanno messo in ginocchio l’intera economia agricola del Paese. E’ una situazione grave.

D. – Qual è il coinvolgimento della comunità internazionale? Aiuti ce ne sono stati, ma poi c’è anche un braccio di ferro con le autorità: giusto?

R. – La comunità internazionale, di fatto, ha risposto molto molto tiepidamente al disastro delle ultime inondazioni. Quindi, poche risorse a disposizione, a fronte di centinaia di milioni di euro di necessità, di danni stimati. Non ha fatto molto nei confronti di un Paese piccolo che non ha nessuna rilevanza strategica e dove, oltretutto, la comunità internazionale nello scorso dicembre aveva sospeso gli “aiuti ordinari” a causa di fenomeni ripetuti di corruzione, senza la rimozione dei quali quegli aiuti non avrebbero potuto continuare ad arrivare.

D. – La fragilità del Malawi, comunque, in quell’area dell'Africa orientale non aiuta certo la situazione difficile di profughi..

R. – Quell’area è un’area molto fermentante, in cui oltretutto ogni elemento di perturbazione – che si tratti del Mozambico piuttosto che di un altro Paese confinante – si ripercuote sul Malawi che deve far fronte anche a una presenza di profughi che attualmente non è assolutamente in grado di gestire. I campi sono un vero problema umanitario e politico, per il Malawi.

D. – Ricordiamo, professore, da dove arrivano questi profughi?

R. – Questi profughi arrivano un po’ dappertutto: dal Mozambico in primo luogo, per una serie di situazioni di precarietà e di instabilità, che vengono a crearsi e che immediatamente provocano questi profughi, che hanno un’accoglienza molto precaria nei campi, di cui la comunità internazionale si fa carico e di cui anche lo Stato del Malawi si fa carico ma senza grandi possibilità di gestire il fenomeno.








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