2015-08-19 12:00:00

Papa: lavoro a misura di famiglia, se no società si degrada


“Il lavoro è sacro” perché dà dignità a persone e famiglie e permette alla terra di svilupparsi secondo l’ottica creatrice di Dio. Alle migliaia di persone in Aula Paolo VI per l’udienza generale, Papa Francesco ha ribadito la visione cristiana del lavoro che, ha affermato, non deve tenere in “ostaggio” le famiglie perché basato solo sulla “convenienza economica” di chi lo gestisce. Il servizio di Alessandro De Carolis:

La “casa intelligente”, monumento all’efficienza, in cui si lavora tanto ma il lavoro è solo di chi ha la forza e le capacità di creare reddito. E la “casa comune”, quella in cui pure si lavora sodo ma dove il lavoro non è nemico della famiglia, dove gli anziani non sono una voce in perdita nella colonna dei profitti e i bambini non sono orfani di genitori assenti incastrati nella macchina produttiva. La prima seduce con la sua organizzazione, la seconda ha “già fin troppe crepe”, osserva Francesco, che evoca entrambe dopo aver tuttavia ben spiegato in quale delle due abitino le sue speranze, quelle per un mondo davvero a misura d’uomo.

La dignità del pane a casa
Il tema della catechesi è il rapporto tra famiglia e lavoro e per un cristiano ogni lavoro, “a partire da quello casalingo”, sottolinea, è un cooperare con Dio alla Creazione, dunque è compiere un’opera sacra:

“Il lavoro è sacro. E perciò la gestione dell’occupazione è una grande responsabilità umana e sociale, che non può essere lasciata nelle mani di pochi o scaricata su un ‘mercato’ divinizzato. Causare una perdita di posti di lavoro significa causare un grave danno sociale”.

E soggiunge, a braccio, stringendo a sé idealmente con sentimenti di solidarietà le vittime di uno dei più gravi mali contemporanei, la disoccupazione:  

“Io mi rattristo quando vedo che c’è gente senza lavoro, che non trova lavoro e non ha la dignità di portare il pane a casa. E mi rallegro tanto quando vedo che i governanti fanno tanti sforzi per trovare posti di lavoro e per cercare che tutti abbiano un lavoro. Il lavoro è sacro, il lavoro dà dignità a una famiglia. Dobbiamo pregare perché non manchi il lavoro in una famiglia”.

Il lavoro che fa bella la terra
Il discorso si sposta poi sul lavoro che rende migliore il luogo in cui si vive e, in generale, il nostro pianeta. Francesco ricorda che nella Genesi si evoca l’immagine di una terra che, appena creata, non ha erba né cespugli perché nessuno l’aveva ancora lavorata e irrigata:

“Non è romanticismo, è rivelazione di Dio; e noi abbiamo la responsabilità di comprenderla e assimilarla fino in fondo. L’Enciclica Laudato si’, che propone un’ecologia integrale, contiene anche questo messaggio: la bellezza della terra e la dignità del lavoro sono fatte per essere congiunte. Vanno insieme tutte e due: la terra diviene bella quando è lavorata dall’uomo”:

Il lavoro che corrompe l’habitat
Quando invece “il lavoro si distacca dall’alleanza di Dio con l’uomo e la donna” e diventa “ostaggio della logica del solo profitto e disprezza gli affetti della vita”, “l’avvilimento dell’anima” che ne nasce – afferma il Papa – “contamina tutto”, la “vita civile si corrompe e l’habitat si guasta”. E, al solito, a farne le spese sono “i più poveri”, le “famiglie più povere”.

“La cosiddetta ‘città intelligente’ è indubbiamente ricca di servizi e di organizzazione; però, ad esempio, è spesso ostile ai bambini e agli anziani. A volte chi progetta è interessato alla gestione di forza-lavoro individuale, da assemblare e utilizzare o scartare secondo la convenienza economica. La famiglia è un grande banco di prova. Quando l’organizzazione del lavoro la tiene in ostaggio, o addirittura ne ostacola il cammino, allora siamo sicuri che la società umana ha incominciato a lavorare contro se stessa!”.

Lavoro e vita dello spirito non sono in contrasto
Dopo aver criticato in precedenza, con le parole di San Paolo, il “falso spiritualismo” di chi, in ambito di fede, sostiene che impegno del lavoro e vita dello spirito siano in contrasto, Francesco conclude esortando le famiglie cristiane a sfruttare “con fede e scaltrezza” la congiuntura attuale, difendendo “il lavoro che – dice – rende domestica la terra e abitabile il mondo”, nonostante sembri di dover combattere come Davide contro Golia. “Ma sappiamo – osserva con una punta d’ironia – come è andata a finire quella sfida!”.








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