2015-08-20 08:00:00

Crisi greca: ad Atene gli aiuti approvati da Esm e Bundestag


Dopo il sì del parlamento tedesco, nonostante i dissidenti, in serata ieri è arrivato anche il via libera del Meccanismo europeo di stabilita' per un accordo di assistenza finanziaria alla Grecia. E’ il terzo pacchetto di aiuti in cinque anni e prevede l’esborso, a partire da oggi, di 86 miliardi di euro in cambio di severe misure economiche indicate nel Memorandum d’intesa siglato col governo Tsipras. L’Ue ammette: non sarà facile ma siamo fiduciosi.  Il servizio di Gabriella Ceraso:

L’ultima parola in tarda serata è stata quella dei ministri delle Finanze dell'Eurozona, il cosiddetto board del Meccanismo europeo di stabilita' seguito ai 454 sì del Bundestag tedesco con i dissidenti, tra i fedeli della Merkel, in crescita seppur ancora in minoranza. "Un piano irrinunciabile" quello di aiuti alla Grecia a detta del Ministro delle finanze tedesco Schaeuble. E così da oggi e per tre anni Atene potrà contare fino a 86 miliardi di euro a patto però che affronti sfide precise come detta il Memorandum tracciato dal board. Ripristino della sostenibilita' e salvaguardia della stabilita finanziaria, rilancio di crescita, competitivita' e investimenti, riforma della pubblica amministrazione. L’esborso vedrà sin da oggi disponibile una ventina di miliardi perché Atene paghi il debito con la Bce, sani le spese di bilancio e gli arretrati e ricapitalizzi il sistema bancario. Il resto, oltre all'applicazione delle riforme, dipenderà dalla partecipazione o meno del Fmi al programma di aiuti. Autonomia ad Atene fino al 2030, assicura il presidente dell'Eurogruppo,Jeroen Dijsselbloem, che tuttavia si dice convinto che "l'Eurozona e il Fondo Monetario Internazionale possano trovare un accordo sull'alleggerimento del debito greco".

Dunque, da ora si può effettivamente parlare di "un nuovo inizio" per la Grecia come affermano diverse fonti europee all'indomani dell'approvazione del nuovo pacchetto di aiuti? Gabriella Ceraso lo ha chiesto alla prof.ssa Federiga Bindi, esperta di questioni europee all'Università Tor Vergata di Roma:

R. – Il problema è che se questi soldi, come è successo fino ad adesso, non vengono messi in circolazione nella società e nell’economia greca, non servono assolutamente a niente se non a salvare le banche tedesche che hanno il debito greco.

D. – Bisogna dire infatti che, in realtà, sia la Francia che la Germania stanno tenendo a galla la Grecia perché entrambe hanno molti interessi in questi soldi che stanno dando…

R. – Un motivo sì, è questo. L'altro è che hanno interesse nell’euro. Se la Grecia uscisse, la realtà è che non si sa quali sarebbero le conseguenze e siccome la Francia e la Germania hanno come moneta propria l’euro preferiscono non rischiare. Questo più che un salvataggio della Grecia lo chiamerei un salvataggio dell’euro, della zona euro.

D. – Nel frattempo oggi con gli aeroporti, ma in realtà il processo è già iniziato, c’è è una vera e propria colonizzazione da parte della Germania nell’ambito della vita greca. Le chiedo: ne vale la pena o era meglio lasciare che questo Paese  ricominciasse forse anche a partire da un fallimento?

R. – Due cose: le coincidenze non sono coincidenze. Come diceva Andreotti, "a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca". Secondo me, il sostegno del Bundestag oggi e l’acquisizione degli aeroporti non è un caso che vadano insieme. Detto questo, se la Grecia fosse uscita dall’euro, questo sicuramente non avrebbe aiutato la Grecia perché non è che tornando alla dracma avrebbe aiutato a pagare il debito pubblico. Probabilmente, l’unico modo, se non si vogliono condonare i debiti, sarebbe congelarli per un certo numero di anni in modo che i denari vadano ad aiutare l’economia reale. Il problema è che bisognerebbe avere un approccio flessibile alle regole che la Germania sostenga.

D. – Perché la Germania con il ministro Schaeuble ha ribadito la necessità, anzi l’indispensabilità che il Fondo monetario internazionale partecipi al salvataggio?

R.  – Secondo me, perché viene venduto meglio dal punto di vista domestico: è una questione di condivisione del rischio.

D. – Quindi, un modo per tranquillizzare anche il popolo tedesco?

R. – Esatto.








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