Martina Levato vuole essere trasferita assieme a suo figlio in una delle comunità di don Mazzi o in alternativa all’Icam, l’Istituto per madri detenute con figli. Il sacerdote dice che è pronta ad accoglierla. Alessandro Guarasci:
Domani o dopodomani Martina Levato potrà essere dimessa dalla clinica Mangiagalli di Milano dove ha partorito a Ferragosto. La giovane è stata condannata a 14 anni per aver aggredito con l’acido, assieme al suo compagno Alexander Boettcher, un suo ex. Boettcher ha riconosciuto il bimbo. E sempre domani, il legale della ragazza depositerà la richiesta per la comunità di don Mazzi o l’Icam. L’opinione del prof. Stefano Vicari, primario di Neopsichiatria infantile al Bambin Gesù
R. – Avere una figura di accudimento, che sia la madre o chi il giudice ritenesse più opportuno, sia costantemente a sua disposizione, presente, con cui costruire un attaccamento valido. Quindi, se dev’essere la madre, che però la madre sia a tempo pieno: non ha molto senso un’ora al giorno, due ore al giorno; ma che sia sempre la madre.
D. – Sicuramente la Levato è una persona fortemente instabile, per quello che ha fatto. Un minore, però, non potrebbe essere a rischio con una persona di questo tipo?
R. – Il fatto che sia colpevole di un atto criminoso – tra l’altro così efferato – non ne fa di per sé una mamma inadeguata. Questo andrebbe valutato nel percorso di cura e di assistenza del proprio figlio.
D. – Tutta questa vicenda, secondo lei, non poteva e non doveva essere affrontata prima, già durante la gravidanza?
R. – Non si può tergiversare a lungo e non consentire al bambino di avere, di stabilire una relazione affettiva con una sicura parentale che sia valida …
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