2015-08-21 11:48:00

Galantino: Chiesa chiamata a rinnovarsi per essere sempre più evangelica


La Chiesa è sollecitata a rinnovarsi perché le nostre comunità possano essere autenticamente evangeliche e libere e sempre più chinate sugli ultimi: è quanto ha detto il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, mons. Nunzio Galantino, intervenendo alla seconda giornata del Meeting di Rimini promosso da Comunione e Liberazione. Il presule ha osservato che "la diffusione del cristianesimo è l'evento che più ha rivoluzionato la storia del mondo". Il servizio del nostro inviato Luca Collodi:

Al Meeting di Rimini, mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, ha parlato di ciò che sta alla radice della politica: la persona che anima lo Stato e la società. Ha risposto alla domanda del Meeting sulle mancanze dell’uomo con una riflessione sull’antropologia del limite, “che non si traduce in un elogio del limite stesso, ma in un’esaltazione dell’essere umano, capace di generare un ideale di perfezione che tenga conto del limite e lo traduca in storicità, concretezza, incarnazione”.  “La prima frontiera che, alla luce dell’antropologia del limite diviene possibile, ha spiegato mons. Galantino nel suo intervento sul tema “Persona e senso del limite”,  è quella di diventare più umani”. “Il limite è nell’uomo un fattore propulsivo, in quanto genera il desiderio, che è il motore della volontà. Se l’uomo possedesse tutto, non cercherebbe nulla; se al contrario si scopre mancante, è mosso alla ricerca di ciò che non ha. Proprio l’esperienza dell’indigenza, che nasce dal limite, porta al fascino delle frontiere”. “Il limite allora, ha sottolineato mons. Galantino, è una scuola capace di insegnarci quale sia il segreto della vita. Chi è appagato non cerca, né lo fa chi è disperato. Cerca invece chi è povero, cioè chi percepisce il limite e ne fa motivo di crescita”. Quanto più viene riconosciuto il limite, tanto più la persona entra nella condizione di responsabilità. “Una questione antropologica”, ha sottolineato Galantino, da sempre al centro del progetto culturale della Cei, avviato dal card. Camillo Ruini e ripreso “ripetutamente” dal card. Angelo Bagnasco come proposta attuale della Chiesa italiana.

“Una società che fa del limite una risorsa, ha continuato mons. Galantino, non considera i gruppi e gli Stati per quanto sanno produrre o per le risorse finanziarie di cui dispongono, ma tenta con i mezzi di cui dispone di risollevare i poveri, per non creare un mondo a due velocità”. “Lo fa con l’attenzione a tutti i poveri, a quelli che non hanno il lavoro o lo hanno perso, a quelli che provengono da zone più povere ed economicamente arretrate, a quelli che non sono in grado di difendersi perché attendono di nascere e godere della vita”.

“Anche la Chiesa è sollecitata, da un’antropologia del limite, a rinnovarsi nelle sue strutture, nelle dinamiche decisionali e nelle prassi concrete delle comunità”. “Le comunità ecclesiali e le associazioni - sottolinea il segretario generale della Cei - già sono, per il nostro tempo, un mirabile segno della presenza di Dio e della carità che da lui promana ... Tuttavia, ancora tanto dobbiamo fare nella via della testimonianza; tanto ancora dobbiamo crescere nel dar vita a dinamiche autenticamente evangeliche e libere, che manifestino in modo sempre più trasparente la carità da cui siamo stati raggiunti”. Dunque, conclude, una Chiesa che fa del limite una risorsa, assume lo stile missionario tanto invocato da Papa Francesco, divenendo sempre meno dispensatrice di servizi e sempre più “ospedale da campo”, chinata sugli ultimi, nei quali è presente lo stesso Signore, dai quali spera di essere accolta nel Regno di Dio”.








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