Le università cattoliche “devono essere istituti missionari. Esse sono lo strumento evangelico della Chiesa”. Lo ha detto l’arcivescovo di Manila, Luis Antonio Tagle, intervenendo a Jakarta al convegno “Ex Corde Ecclesiae Series. Riflessioni sull’istruzione cattolica superiore in Indonesia”, organizzato dall’Università cattolica Atma Jaya, in occasione dei 55 anni dalla fondazione dell’istituto. Tema del convegno - riferisce l'agenzia AsiaNews - la Costituzione apostolica Ex Corde Ecclesiae, promulgata da Giovanni Paolo II il 15 agosto 1990, che definisce il compito degli atenei cattolici.
Atenei cattolici devono evangelizzare a tutti i livelli la società
Il presidente di Caritas Internationalis è alla sua prima visita in Indonesia e il
19 agosto scorso ha incontrato i vescovi del Paese. Parlando delle opportunità e delle
sfide degli istituti cattolici nel mondo, l’arcivescovo filippino ha sottolineato
che essi devono portare la Buona novella a tutti i livelli della società e “non solo
alle persone che possono permettersi i costi dell’educazione”.
I docenti devono condividere con i poveri sviluppo e crescita
Rivolgendosi al personale accademico, Tagle ha chiesto: “Qual è il modello di sviluppo
che insegnate agli studenti? Che cos’è la crescita se essa non tocca i poveri? Come
potete dire di preoccuparvi per i poveri se non condividete con loro lo sviluppo e
la crescita?”. Lo stesso cardinale è stato professore universitario per 19 anni. Ai
“colleghi” ha consigliato di cercare un incontro personale con gli studenti, di non
curarsi solo dei risultati accademici ma anche del loro sviluppo culturale e psicologico.
L’arcivescovo ha ripreso alcuni elementi della Laudato sì
“Il grido della terra giunge insieme a quello dei poveri. Per cui – ha continuato
– uno degli obblighi delle università cattoliche è prendersi cura dell’ambiente”.
Il cardinale ha proposto come esempio di sobrietà il non gettare via strumenti ancora
funzionanti. Indicando il suo orologio da polso, donatogli dal padre alla fine del
liceo nel 1973, ha esortato a spezzare il concetto per cui “più cresci più butti via”.
Scienza e tecnologia devono essere umili per poter imparare dai poveri
Per l’arcivescovo di Manila la scienza e tecnologia devono essere umili, in ascolto
e in contemplazione, per poter imparare dai poveri e dalle popolazioni indigene. Il
rapido sviluppo dell’informazione tecnologica, ha osservato, rende gli studenti nativi
digitali, mentre i genitori e gli insegnanti sono “migranti digitali”, creando un
fossato tra le generazioni. Per questo motivo, le università devono studiare il modo
per fare appassionare i giovani al bene comune. (M.H.)
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