“Applicare gli stessi diritti della famiglia ad altri tipi di relazione è voler trattare allo stesso modo realtà diverse: è un criterio scorretto anche logicamente e quindi un'omologazione impropria”. Così ieri il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco in una intervista al Corriere della Sera a proposito delle unioni civili. Molte e articolate le reazioni del mondo politico, anche in vista della ripresa in autunno del dibattito parlamentare sul ddl Cirinnà. Servizio di Giampiero Guadagni:
La Chiesa non è contro nessuno. Crede nella famiglia come è riconosciuta dalla nostra Costituzione e come corrisponde all'esperienza universale dei singoli e dei popoli. Il presidente della Cei Angelo Bagnasco in una intervista ribadisce dunque il no alle unioni civili e ricorda: i diritti individuali dei singoli conviventi sono già riconosciuti in larga misura a livello normativo e giurisprudenziale. Un tema, quello delle unioni civili, che divide la politica. Favorevoli gran parte del Pd, Sel e Cinque Stelle. Contrari il Nuovo centrodestra, che fa parte della maggioranza; e dall’opposizione Forza Italia, con qualche distinguo, Lega e Fratelli d’Italia. Posizioni ribadite ieri a caldo a commento dell’intervista al Presidente della Cei. Il governo Renzi, da parte sua, intende approvare entro l’anno il ddl Cirinnà, che in autunno torna in commissione giustizia del Senato. E intende consentire alle coppie dello stesso sesso di veder riconosciuta la loro relazione nei registri comunali. Tre i nodi: la definizione di unione civile come “istituto giuridico originario”, concetto distinto da quello del matrimonio. E ancora: la possibilità che un componente della coppia adotti il figlio dell’altro; infine, la reversibilità della pensione del partner.
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