2015-08-24 16:52:00

Esequie, Chiesa usa giustizia e misericordia


Sono possibili le esequie di un peccatore incallito? E' giusto permettere il funerale di una persona che nella sua vita non ha fatto che inanellare uno dietro l'altro atti intrinsecamente cattivi, malvagi?

"Prima di tutto - risponde don Giulio Maspero, teologo, docente alla Pontificia Università della Santa Croce - bisogna ribadire che tutti siamo peccatori. Nella Bibbia si legge che il giusto pecca sette volte. Se il solo fatto di essere peccatori ci impedisse di ottenere le esequie, nessuno di noi le avrebbe. Poi esiste un peccato pubblico, manifesto, vissuto in spregio alla Chiesa, alla comunità. E questa è un'altra cosa, non è un peccato di debolezza".

Nel caso del "peccatore manifesto", precisa il teologo, quando si potrebbe dare scandalo ai fedeli permettendo il funerale, è bene che il parroco avverta il vescovo o l'ordinario del luogo che dovrà decidere sul da farsi : "Però sarebbe cosa giusta, in questi casi, non anticipare il giudizio di Dio. Che spetta in ultimo solo a Lui. In fondo, il buon ladrone era un peccatore manifesto che stava andando incontro alla morte senza funerale: potremmo dire che il funerale lo ha celebrato Gesù stesso. Certamente dopo che il buon ladrone aveva espresso profondo pentimento". 

Don Giulio Maspero, poi, si sofferma sulla chiarezza, senza alcuna possibilità di interpretazioni erronee, del Diritto Canonico :" Dà indicazioni certe, precise. Qualora fossimo davanti a un eretico, uno scismatico, un apostata le esequie non sarebbero permesse. Perché  saremmo di fronte ad un peccato pubblico manifesto di ampia gravità affermato dalla persona stessa. Per esempio, l'eretico non è eretico a caso: sfida apertamente l'autorità della Chiesa. E la Chiesa, volendo rispettare la sua libertà di rimanere nel peccato, non gli concede le esequie. Non è una forma di punizione ma, in fondo, di misericordia, di rispetto della libertà dell'uomo". 

Poi spezza una lancia in favore dei parroci, chiamati ad usare senza limiti proprio la misericordia, soprattutto in momenti drammatici come quello della morte: " E' bene - dice don Maspero- non  giudicare, mai. Fare il parroco non è una cosa facile: spesso si è esposti a pressioni enormi. E tante volte anche la bontà e il dovere dell'accoglienza vengono strumentalizzati".








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