2015-08-25 14:12:00

Turchia al voto. Accordo Ankara-Usa contro l'Is


La Turchia torna alle urne. Oggi, il premier uscente, Ahmet Davutoglu, è stato incaricato dal presidente, Recep Tayyip Erdogan, di formare un governo "ad interim". Ieri, il capo di Stato, attraverso una nota di presidenza, ha indetto ufficialmente elezioni anticipate. La decisione dopo la scadenza dei termini per la formazione dell’esecutivo, in seguito al voto del 7 giugno scorso. La data delle nuove consultazioni non è stata ufficializzata, ma lo stesso Erdogan ha ipotizzato il primo novembre. Intanto, in nuovi raid compiuti dall'aviazione turca nel nord Iraq sono stati uccisi 34 sospetti membri del Pkk curdo ed è stato siglato oggi un accordo tra Ankara e gli Usa, finalizzato a una cooperazione militare contro il sedicente Stato islamico in Siria e Iraq. Massimiliano Menichetti ne ha parlato con Raffaele Marchetti, docente di relazioni internazionali all’Università Luiss di Roma:

R. – La situazione è molto complessa, frammentata e instabile. Erdogan sta tentando di rafforzare la sua posizione dopo la débâcle delle ultime elezioni di giugno. Un obiettivo ambizioso e difficile da raggiungere, per problemi interni ed esterni che sono collegati. Internamente, c’è stata la grande ascesa del Partito curdo, esternamente la situazione in Siria si fa sempre più complessa.

D. – E’ notizia di oggi la firma tra Stati Uniti e Turchia di un accordo tecnico per le operazioni congiunte contro i jihadisti del sedicente Stato islamico…

R. – Il governo turco è stato accusato varie volte di fare un doppio gioco, per quanto riguarda la partita siriana: quello che è chiaro è che la Turchia oggi ha deciso di avere una maggiore presenza, sia contro l’Is ma sia anche, naturalmente, contro il Pkk. La creazione di una “buffer zone” permetterà al governo turco di avere una presenza militare significativa attraverso la concessione delle basi aeree in Siria e quindi di mettere dei freni a una crescita della presenza dei curdi siriani e del Pkk che nel Nord della Siria stanno crescendo.

D. – Guardando a quella che viene definita “la questione curda”, possiamo dire che l’entrata in scena della Turchia nei confronti del conflitto siriano sia strettamente legata a strategie di politica interna, dove per la prima volta, nelle ultime elezioni, il partito dei curdi ha tolto la maggioranza assoluta al partito di Erdogan, l’Akp?

R. – La manovra è una classica manovra di criminalizzazione: è l’idea di dire che i curdi politici del Pkk sono dei terroristi e quindi riconfermare quello che è sempre stato il bollino di “criminale” affibbiato a questa organizzazione e – per risonanza – suggerire anche che i partiti curdi in Turchia – cioè l’Akp – abbia una legittimità dubbia perché fa parte dello stesso campo politico. E’ chiara la strategia comunicativa del governo: quella di avvicinare il Pkk all’Akp e così facendo delegittimare quest’ultimo e quindi fargli perdere consenso elettorale.

D. – La Turchia sta affrontando un momento difficile anche per quanto riguarda il profilo economico: un po’ come tutti i Paesi dell’area…

R. – E’ chiaro che la crisi economica ha avuto delle ripercussioni significative anche in Turchia e questo è uno dei motivi del calo del consenso di Erdogan. Erdogan ha avuto decenni di dominio incontrastato in Turchia, che ha coinciso con un decennio di grandissima crescita economica. Oggi, momento nel quale l’economia turca è entrata in sofferenza, anche il maggior partito turco soffre.

D. – Quali previsioni si possono fare rispetto alle prossime consultazioni elettorali?

R. – E’ possibile immaginare che il partito di Erdogan, l’Akp, riguadagni un relativo margine elettorale e che questo permetta al partito di Erdogan di formare una coalizione, ma in termini molto più favorevoli al suo partito.

D. – Ma quindi, secondo lei, la maggioranza assoluta è definitivamente persa?

R. – A me sembra difficile che possa arrivare alla maggioranza assoluta. Però ci si può avvicinare, e più ci si avvicina, più facile sarà creare un governo di coalizione con partiti della minoranza.








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