2015-08-26 08:47:00

Berlino sospende Dublino per i siriani, Merkel dai rifugiati


E’ prevista per oggi la visita della Cancelliera tedesca Merkel al centro profughi della Sassonia, il giorno dopo la decisione di Berlino di sospendere di fatto il trattato di Dublino per i richiedenti asilo siriani. L’attenzione migranti resta ancora concentrata sui Balcani. Francesca Sabatinelli:

E’ puntata sulla rotta balcanica l’attenzione, Grecia-Macedonia-Serbia-Ungheria: in centomila finora l’hanno attraversata verso i Paesi del Nord , negli ultimi due giorni oltre duemila hanno superato il confine tra Serbia Ungheria e secondo l’alto commissariato onu per i rifugiati nei prossimi giorni non ci si deve aspettare un rallentamento dei flussi. Tremila tra rifugiati e migranti al giorno potrebbero nelle prossime ore attraversare il confine greco-macedone, mentre la Bulgaria ha inviato blindati alla frontiera con la Macedonia. Il punto più pressato è il passaggio serbo-ungherese, dove ancora non è terminata la barriera di separazione che dovrebbe fermare i migranti. Gli arrivi proseguono anche sulle coste italiane, ieri un ragazzino di neanche 15 anni, somalo è morto sulla nave di Medici Senza Frontiere che lo aveva soccorso a causa delle percosse e maltrattamenti subiti in Libia. E mentre l’Unione Europea definisce troppo piccolo il numero di 40mila profughi da ridistribuire su territorio europeo, Berlino sospende il regolamento di Dublino per i siriani. A chiedere lo stop a Dublino da sempre è il Cir, Centro italiano rifugiati. Il direttore Chistopher Hein:

R. – E’ evidente da tempo che questo sistema non funziona, lo vediamo con i numeri in Italia. Da gennaio a oggi, sono arrivate via mare più di 110 mila persone, ma solo poco più di 30 mila hanno fatto richiesta d’asilo in Italia. Vuol dire che più di due terzi sono andati, nonostante il sistema-Dublino, in maniera irregolare in altri Paesi d’ Europa. E la stessa situazione si presenta, appunto, anche per la Grecia. Quindi, non c’è stata una politica di distribuzione dei richiedenti asilo in tutto il territorio dell’Unione, che riguarda anche tanti Stati membri che hanno un numero estremamente scarso di rifugiati e di richiedenti asilo. Una vera risposta europea deve includere tutti i 28 Stati membri più gli Stati associati, come la Svizzera e la Norvegia.

D. – Quindi, sicuramente come prima cosa sospendere Dublino. Poi, quali altre misure dovrebbe prendere l’Europa?

R. – Certamente, aumentare in modo significativo il numero di persone che devono essere trasferite dai Paesi di primo approdo, Grecia in testa, verso gli altri Stati dell’Unione, considerando comunque i legami familiari che i richiedenti asilo hanno con l’uno o con l’altro Paese. Questa è una misura che non si può più rinviare e che non si può lasciare al numero così basso di 32 mila tra Italia e Grecia, che è stato deciso a luglio dal Consiglio dei ministri degli Interni e della Giustizia. E poi ancora: aprire canali innanzitutto per siriani ma anche per altre nazionalità, specie dal Corno d’Africa, per un arrivo regolare e protetto, organizzato e pianificato, nel territorio dell’Unione e, come punto che si può realizzare con grande velocità, arrivare alla figura del “rifugiato europeo”, questo significa che una persona riconosciuta come avente diritto d’asilo, per esempio in Italia, ha poi il diritto di andare in un altro Stato dell’Unione per poter lavorare, per insediarsi, e non solo per una visita, come è attualmente, per tre mesi al massimo. I responsabili politici della Germania, della Francia ma anche della Gran Bretagna, come certamente anche dell’Italia, dovrebbero veramente aprire la mente ed essere consapevoli che siamo di fronte a un dramma di persone, nel quale vengono messi in questione anche i valori fondamentali dell’Unione Europea, della solidarietà con altri popoli.

 








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