2015-08-27 14:30:00

Il governo stringe sul caporalato: presto un piano d'azione globale


Entro due settimane sarà messo a punto dal governo un "piano d'azione organico e stabile" contro il fenomeno del caporalato e, più in generale, contro il lavoro irregolare nell'agricoltura. Lo hanno annunciato i ministri del Lavoro Poletti e delle Politiche Agricole Martina, che oggi hanno incontrato le organizzazioni del settore, dalle aziende alla grande distribuzione. Il servizio di Alessandro Guarasci:

Le morti di questa estate nei campi sono solo la punta dell’iceberg. Addirittura ad Andria il corpo di un uomo del Mali deceduto mentre raccoglieva pomodori è stato occultato dai caporali. Si calcola che il lavoro nero in agricoltura riguardi un lavoratore  su tre. Il governo pensa a una legge per confiscare i beni alle aziende che si macchiano di caporalato. Ma per il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina l’intervento deve essere più ampio:

"Sicuramente il rafforzamento dei controlli, sicuramente l’investimento nella rete del lavoro agricolo di qualità, come vera leva per cambiar passo in questa strategia; un piano d’azione organico che possa immaginare qualche innovazione anche sul versante delle regole; un investimento vero, unitario, delle organizzazioni del mondo del lavoro, delle organizzazioni dell’impresa agricola, dell’esperienza della grande distribuzione e delle istituzioni”.

Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha assicurato che sono partite già una serie di verifiche in tante aziende. Ma è anche l’intero sistema produttivo che va rivisto. Sui banchi dei mercati troppo spesso troviamo frutta e verdura a prezzi troppo bassi. Il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo:

“Quando i valori – come spesso sta già accadendo: il pomodoro in questi giorni a 8 centesimi, le arance a 3-4 centesimi al kg – sono chiaramente al di sotto dei costi di produzione, noi rischiamo di dare uno spazio in più a quelle realtà criminali che, attraverso il caporalato o attraverso altre iniziative vivono nell’illegalità, aggiungono concorrenza sleale a quella che già subiamo dai Paesi terzi dove le regole sono molto meno stringenti che da noi”.








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