2015-08-28 14:55:00

Bruno Forte: con i Valdesi dialogo e purificazione della memoria


L’arcivescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte, è intervenuto con un suo saluto al Sinodo Valdese, in corso a Torre Pellice. Al microfono di Antonella Palermo si confrontano le voci di Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese, e del presidente della Commissione Cei per l'Ecumenismo e il Dialogo, che esprime anzitutto una valutazione sulle voci contrastanti dei giorni scorsi, sorte dopo la diffusione della lettera dei Valdesi in risposta alla richiesta di perdono del Papa:

R. – Leggendo attentamente la lettera mi sembra che essa abbia un tono estremamente sereno. La Chiesa è una comunità unitaria nel tempo e dunque, quando il Papa chiede perdono per le colpe del passato, certamente non significa che queste colpe siano state commesse dai cattolici, oggi, ma significa che la Chiesa cattolica, oggi, vuole purificare la sua memoria perché non avvenga mai più quello che in passato è successo, perché si prenda coscienza della profonda ferita e anche della profonda offesa a Dio che quelle colpe hanno significato.

D. – Pastore Bernardini, il valore storico del gesto concreto di dialogo che fece Francesco, visitando il vostro Tempio valdese, non è stato messo a rischio, vero?

R. – Noi abbiamo risposto “sì” alla richiesta di perdono di Papa Francesco, ma più in generale alla sua offerta di voltar pagina e incominciare un cammino nuovo, insieme, con un documento, una lettera articolata e riflessiva, perché quello che è accaduto non poteva consentire una risposta frettolosa e banale. Io credo che Papa Francesco lo avesse perfettamente presente, quando ha deciso di incontrarci con un discorso molto impegnativo. Questo è un modo tipico dei cristiani di incontrarsi e parlare tra di loro: con grande autenticità, con grande fraternità.

D. – Il tema dei migranti ha occupato molto le vostre riflessioni di questi giorni di Sinodo…

R. – Accogliere persone – perché prima di tutto sono persone che fuggono da situazioni drammatiche di guerra, di morte – per i cristiani non è qualcosa di opzionale, dare un aiuto: è impegnativo, perché è il Vangelo che ci impone di accogliere.  In questa opera troviamo naturale trovarci negli stessi luoghi in cui si trova, per esempio, la Caritas, nella stessa parrocchia in cui si trovano anche enti di associazioni cattoliche…

D. – Ieri sera, l’approvazione da parte del vostro Sinodo del rito per le coppie omosessuali. Quali sono le ragioni che vi hanno portato a questo?

R. – Dal punto di vista simbolico, ma anche della comprensione teologica che si ha di questa situazione, è indubbiamente un passaggio importante. Ci pare che il messaggio universale di amore di Gesù Cristo ponga anche una nuova comprensione di questa situazione, di questa realtà, purché naturalmente sia vissuta – questo, per quanto riguarda la benedizione di queste coppie – in un discepolato cristiano, in un ambito di fede che comprenda anche le persone omosessuali.

D. – Mons. Bruno Forte…

R. – Riprenderei con semplicità quello che è stato anche il contributo che il Sinodo ha dato su questa questione, e cioè, da una parte, non c’è dubbio che le persone omosessuali vadano rispettate nella loro dignità di persone. Su questo siamo in piena intesa anche con i nostri fratelli e sorelle valdesi. Ma questo non significa, per noi, la possibilità di equiparare una unione omosessuale a quella che è la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna e aperta alla procreazione. Ma questo non ci impedirà di continuare a camminare con loro, a dialogare con loro, ad amare e rispettare ogni persona comprese, naturalmente, le persone che fanno questa scelta.








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