2015-08-28 17:47:00

Soprusi in salsa di pomodoro


Il caporalato

Un chilo di pomodori raccolto nelle campagne pugliesi viene pagato meno di 8 centesimi. Il sottocosto alimenta una catena di sfruttamento di migranti e italiani che le Istituzioni non riescono a controllare. Per combattere il fenomeno è al lavoro l'Osservatorio sulla criminalità nell'agroalimentare. Per Romano Magrini, responsabile Lavoro della Coldiretti, "serve una grande azione di responsabilizzazione di tutta la filiera, per garantire che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita nei supermercati, ci sia un percorso di qualità che ruguarda l'ambiente, la salute e il lavoro, con una equa distribuzione del denaro". Con noi Romano Magrini, responsabile Lavoro Coldiretti, Giuseppe Deleonardis, segretario generale FLAI CGIL Puglia e mons. Vincenzo Pelvi, arcivescovo di Foggia-Bovino. 

 

Il fenomeno nella provincia di Foggia

La città di Foggia e la sua provincia registrano la produzione di pomodori più alta in Italia. "Ci troviamo davanti a migranti, di sesso maschile tra i 20 e i 40 anni. "Vivono in 'villaggi', qualcuno li chiama ghetti, spiega mons. Vincenzo Pelvi, arcivescovo di Foggia-Bovino, dove le relazioni con i cittadini sono poco degne della storia umana dell'Italia". Questo sistema del caporalato, costituito a mio modo di vedere da italiani con l'aiuto di alcuni stranieri. Si fanno lavorare queste persone per poco tempo, con la grande cattiveria nell'illudere questi nostri fratelli promettendoli un tempo prolungato con paghe più favorevoli". "Attualmente, nella zona di Foggia, sono circa duemila e arrivano dal Senegal, Cameroun, Costa d'Avorio, Burkina. Vivono in condizioni indegne, Secondo alcuni di loro i villaggi, i cosiddetti ghetti, dove vivono, sono meno dignitosi delle zone di abitazione dei loro Paesi di origine. In questi giorni anche l'approvigiobamento di acqua potabile, che è garantita dalla Regione Puglia, qualche volta manca. Un problema enorme che va ad aggiungersi all'essenziale raccolta della spazzatura che è coperta dai comuni. Noto che a causa della crisi economica abbiamo anche persone che vengono dalla Romania ma che non vivono in questi ghetti. Lavoratori rimasti disoccupati in altre città italiane che si riversano a Foggia e in Puglia proprio per questo lavoro di raccolta dei pomodori".

La Chiesa stimolo per le Istituzioni locali

"Le autorità civili, prosegue il vescovo di Foggia, sono molto sollecitate dalla Chiesa che cerca di essere coscienza critica all'interno delle Istituzioni locali e penso che ci riesca abbastanza". "Da parte nostra c'è un'attenzione, come Caritas, alle condizioni di salute di questi lavoratori. Mettiamo a disposizione un ambulatorio medico che grazie a medici volontari offre la possibilità di visite gratuite ma anche di disporre di farmaci". "Una sensibilità della Caritas è poi quella di entrare nelle scuole di Foggia con progetti di promozione, per sensibilizzare gli studenti al fenomeno dello sfruttamento del lavoro per la dignità della persona umana". 








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