2015-08-29 12:04:00

Intervento di Bagnasco su immigrazione, unioni civili e caporalato


L‘immigrazione è "un problema umanitario, un esodo terrificante da cui nessuno Stato europeo si può sentire esente, tanto più la Germania e gli Stati che stanno meglio"; per questo "siamo tutti contenti di sentire le parole dalla Sig.ra Merkel perché è un cambio di marcia, un cambio di registro per affrontare un problema drammatico". Ad affermarlo - riferisce l'Agenzia Sir - è il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, prima della partenza del tradizionale pellegrinaggio verso il Santuario di N.S. della Guardia, nella sera della vigilia per la festa della ricorrenza dell‘apparizione della Madonna sul Monte Figogna. Il porporato ha ricordato che l’immigrazione è un fenomeno con "misure veramente bibliche" per questo deve intervenire "l‘autorità internazionale, non soltanto continentale". È necessario, quindi, che "l‘Onu affronti seriamente - politicamente ed economicamente - il problema perché è un fenomeno inarrestabile che si amplificherà sempre di più, tanto è vero che ormai da Afghanistan e da altre nazioni, che prima non si erano affacciate alle porte dell‘Europa, stanno arrivando persone. È veramente un problema mondiale". Il cardinale ha parlato anche della persecuzione dei cristiani affermando che "non bisogna assolutamente spegnere le luci". Si tratta di "un fatto gravissimo, che persiste e che aumenta dalle nostre informazioni tramite le nunziature apostoliche e quindi bisogna, grazie ai media, che l‘attenzione del mondo continui ad essere puntata su queste persecuzioni".

In merito al fenomeno del caporalato nel Sud Italia, "il monito è quello di non girarci dall‘altra parte perché di fronte a queste morti per sfruttamento da schiavi nessuno può girarsi dall‘altra parte o sentirsi disinteressato pensando ‘non mi riguarda‘". "Siamo tutti coinvolti e tutti toccati - ha proseguito il cardinale - e in qualche misura responsabili se la società è una comunità di uomini e non una moltitudine di interessi individuali". "Bisogna - ha concluso - che il nostro Paese, come tutti gli altri Paesi che vedono questo fenomeno tragico, prenda dei provvedimenti seri soprattutto nei confronti di coloro che sono i nuovi schiavisti".

Sulle unioni civili ha detto: "Se la questione e' quella di assicurare i diritti individuali, questi sono gia' in larga parte riconosciuti. Mi fermo a questa constatazione".  Il porporato ha ribadito che "la posizione della Chiesa non e' contro nessuno, e' per la famiglia, crede nella famiglia come la Costituzione riconosce: un papa', una mamma, i bambini in un patto coniugale di amore basato sul matrimonio. Questa e' la posizione della Chiesa e questa posizione sara' sempre enunciata con liberta' di parola da parte di tutti. Sul Corriere della Sera - ha ricordato il porporato - ho risposto dicendo quello che abbiamo sempre riconosciuto, ossia - ha concluso - che i diritti individuali ci sono, sono in larga parte riconosciuti gia' nel nostro ordinamento".

"I bambini – ha proseguito - sono da generare non da produrre".  "La famiglia - ha affermato il cardinale - è il perno, la base della società, del vivere insieme perché è il grembo della vita. I bambini nascono lì secondo quella che è l‘esperienza universale. I bambini sono da generare non da produrre, non sono cose". "La famiglia - ha aggiunto - è la prima scuola, la prima palestra di dialogo di incontro, di relazioni, vi si impara a stare insieme, a dialogare, con generazioni diverse, età diverse e anche con generi diversi". La famiglia, ha concluso, "è declinata al singolare, è quella riconosciuta dalla nostra costituzione, così come l‘esperienza universale attesta".

Quindi ha affermato: “Siamo invitati ad essere umili: gli umili di cuore sono i depositari dei segreti di Dio”. “Nel mio ministero di vescovo, ho la grazia di incontrare moltissime persone, la gente semplice del popolo - ha affermato -. E trovo sempre delle anime straordinariamente grandi che non sanno neppure di esserlo: i piccoli, nell’ umile adesione alla vita quotidiana, comprendono con immediatezza l’essenziale delle cose, hanno l’istinto di Dio, sanno distinguere la fede vera dalle idee strampalate, riconoscono ciò che è proprio e specifico dell’umano. E tutto questo lo vivono quasi senza accorgersene, come la cosa più ovvia e naturale del mondo; non se ne fanno un vanto, ma neppure si lasciano intimorire di fronte all’arroganza del pensiero unico, che impone di pensare tutti allo stesso modo, pretende di decidere ciò che si deve dire e ciò che non si deve, altrimenti si viene esposti al pubblico ludibrio”. Il porporato si è chiesto: “Cerchiamo di essere umili? Non c’è umiltà senza umiliazioni! Essere umili e semplici può anche apparire desiderabile, ma subire delle umiliazioni costa perché brucia. È però inevitabile. Non c’è altra strada, è quella della Madonna e dei Santi”.

“Siamo forse supponenti verso la Parola di Dio, il Catechismo, la Chiesa? Siamo forse proni alle opinioni del mondo, a chi si fa più ascoltare perché ha mezzi, ma non è interessato alla verità né di Dio né dell’uomo, a chi accarezza le passioni, le abitudini più facili?”, ha chiesto ancora il cardinale Bagnasco. “Il Signore - ha precisato - non ha fatto così: l’importante non è il consenso del mondo ma la fedeltà a Dio! È l’inattualità della fede cristiana la vera novità oggi, la vera rilevanza nel nostro tempo”. Dio, ha aggiunto, “non s’arrende mai: non l’ha fatto dopo il peccato originale, non lo fa dopo le nostre cadute”.








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