2015-08-29 13:36:00

Ddl Cirinnà, Simoncini: equipara matrimonio e unioni civili


In tema di unioni civili è acceso il dibattito in Italia tra chi chiede di riscrivere completamente il ddl Cirinnà e chi vorrebbe modificarlo solo parzialmente. L’equiparazione al matrimonio potrebbe rendere incostituzionale il testo che mercoledì tornerà sul tavolo della commissione giustizia del Senato.  Preoccupa il nodo adozioni che secondo gli oppositori al provvedimento rappresenterebbe una chiara apertura alla pratica dell’utero in affitto. Paolo Ondarza ha raccolto l’opinione di Andrea Simoncini, docente di diritto costituzionale all’Università di Firenze:

R. – Per fortuna, noi siamo dotati di una bussola fondamentale per risolvere queste questioni così delicate sul piano del pluralismo sociale, ideale, culturale che è la nostra Costituzione. Perciò, a me sembra che da un lato la necessità di dare una regolazione a queste nuove forme di unione, di relazione che emergono dalla società sia un’esigenza perfettamente compatibile con il nostro sistema costituzionale; dall’altra, la nostra Costituzione si fonda sul riconoscimento della specificità del ruolo della famiglia e del matrimonio.

D. – Proprio oggi il cardinale Bagnasco ha detto: “I diritti individuali sono già in larga parte riconosciuti e tutelati” …

R. – Il nostro sistema – fortunatamente – per 60 anni di Costituzione repubblicana, è un sistema che prevede una forma cospicua, numerosa, articolata di riconoscimento dei diritti individuali e quindi sicuramente la base per una discussione aperta, civile, trasparente deve partire dal riconoscimento di quello che già c’è; ovviamente se si deve intervenire, va fatto su quello che manca.

D. - ... tenendo presente che, secondo le raccomandazioni della Corte Costituzionale, oltre alla necessità di riconoscere le unioni civili, occorre evitare l’omologazione al matrimonio. Dal suo punto di vista, nel ddl Cirinnà matrimonio e unioni civili sono omologati?

R. – Intanto faccio una premessa a questa risposta. Il disegno di legge Cirinnà è una proposta di legge parlamentare che è diventato un po’ il simbolo di questa discussione. Ricordo a tutti che il procedimento legislativo si fonda sull’idea che ognuno sia disposto a modificare le proprie proposte proprio per arrivare ad un assetto più comprensivo e più pluralistico. Fatta questa premessa, dico che a me sembra che il disegno di legge Cirinnà in maniera chiara abbia presente in maniera chiara questa equiparazione o omologazione tra due forme che sono distinte e che la nostra Costituzione ci chiede di tenere distinte. Quindi penso che ci si debba lavorare.

D. – C’è poi il nodo delle adozioni. Secondo alcuni, affrontare la questione nella legge Cirinnà potrebbe essere inappropriato, e quindi si suggerisce di discuterne in una disciplina specifica della tutela dei minori e dell’adozione. Lei come la pensa?

R. – Io penso che questa linea sia condivisibile, nel senso che certe volte – come dire – per fare meglio, si perde anche il bene. A mio avviso non è bene inserire anche il tema “adozione”, che è un tema che – ricordo – ha una prospettiva molto differente da quella delle unioni civili: nelle unioni civili stiamo parlando dei diritti dei singoli, delle coppie; nell’adozione stiamo invece parlando essenzialmente dei minori! E’ una prospettiva che richiede attenzione, calma e soprattutto una omogeneità di disciplina. A mio avviso, mettere tutto insieme finirebbe – probabilmente – per non produrre l’assetto migliore. Io penso che il presupposto fondamentale per la discussione di questi temi sia cercare di distinguere il piano della battaglia ideologica dal piano tecnico di chi, usando ragione e natura, cerchi di individuare una soluzione possibile.

D. – “Ragione e natura”, diceva …

R. – Sono i punti cardinali con cui si deve entrare nel dibattito politico: lo ricorda Papa Benedetto XVI. Così come la Chiesa cattolica non ha mai preteso di desumere dai precetti morali il contenuto delle regole politiche-legislative, altrettanto occorrerebbe che chi partecipa in questa discussione, partendo da altri presupposti ideologici, abbia il coraggio di utilizzare “ragione”, “apertura” e “osservazione della realtà” – osservazione leale della realtà – come i punti su cui lavorare. Tutti dovremmo fare questo sforzo di seguire questo grande suggerimento di Papa Benedetto XVI.








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