2015-08-31 14:31:00

Chiese europee: senza accoglienza Ue non è faro di civiltà


"Siamo di fronte ad una debolezza di tutto il sistema europeo. La tendenza di alcuni governi ad autogestire in modo molto drastico e chiuso queste emergenze crea molte difficoltà per l’insieme dei paesi membri. Il fatto che i paesi più esposti, perché più vicini ai confini extraeuropei, debbano subire il maggior peso non è un principio di rispetto degli accordi della comunità europea". Padre Lùis Okùlik, Segretario della Commissione 'Caritas in Veritate' del CCEE (Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee), analizza le situazioni più critiche sul fronte profughi e commenta anche la proposta di Londra di chiudere le frontiere anche per cittadini europei. 

"Dal vertice straordinario sull'immigrazione in programma il 14 settembre - aggiunge Okulik - mi augurerei che si capisca con una certa celerità di dover modificare alcune delle normative europee che riguardano i flussi migratori, in sostanza gli accordi di Dublino – perché hanno bloccato di fatto alcuni Stati nel prendere certe decisioni relative all’accoglienza dei migranti degli ultimi tempi. Ma soprattutto mi auguro che l’Europa abbia uno sguardo più complessivo sulla realtà che stiamo vivendo, cosa che la Chiesa cattolica fa da sempre per il suo carattere universale. Credo che questo sinceramente possa dare un respiro maggiore alle risoluzioni che devono sempre partire dal rispetto della dignità di ogni persona. Altrimenti, l’Ue non riesce a mantenersi in piedi come un faro di civiltà". 

 








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