Raddoppiare i fondi destinati all’aiuto allo sviluppo dei Paesi del sud del mondo: è quanto chiede la Caritas Svizzera al governo federale, in un memorandum in 10 punti diffuso ieri. Il documento è stato presentato alla stampa nella prospettiva della discussione che il Parlamento elvetico terrà in primavera proprio per riflettere sulla cooperazione allo sviluppo per gli anni 2017-2020.
Ridefinire la cooperazione allo sviluppo su base etica
In primo luogo, nel suo memorandum, la Caritas Svizzera sottolinea la necessità di
definire la cooperazione allo sviluppo su una nuova base politica, di etica e di diritti
umani, chiedendo l’aumento progressivo, fino all’1% del Prodotto Interno Lordo, dell’ammontare
dei fondi destinati all’aiuto allo sviluppo, attualmente fissato allo 0,5%. Dall’organismo
anche un richiamo al Consiglio federale affinché inglobi meglio le prospettive internazionali
sulle questioni economiche, sociali ed ecologiche, così che il Paese possa offrire
un contributo al “Partenariato mondiale per lo sviluppo”, siglato nel 2000.
Promuovere sviluppo duraturo nel sud del mondo
Un esempio di tale contributo potrebbe essere, spiega ancora la Caritas, “l’apertura
senza restrizioni delle frontiere alle importazioni di prodotti provenienti da Paesi
in via di sviluppo, l’accesso facilitato a questi mercati e lo stabilimento di accordi
di libero scambio”. In quest’ottica, si auspica anche una “maggiore coerenza a livello
degli interventi” della Svizzera nei Paesi del sud del mondo, affinché si vada “nel
senso di uno sviluppo duraturo”.
Lotta alla povertà implica tutela dei diritti umani e giustizia sociale
Altra questione centrale è il rispetto dei diritti umani: la Caritas chiede al Consiglio
federale di fare pressione sugli Stati così detti “fragili” affinché tutelino tali
diritti; al contempo, anche le imprese internazionali con sede nel Paese elvetico
sono esortate a rispettare i diritti umani, insieme alle normative ecologiche e sociali,
soprattutto per quanto riguarda le materie prime. Sul fronte della povertà, la Caritas
Svizzera ricorda che la lotta all’indigenza non significa unicamente il miglioramento
della situazione materiale delle persone, ma anche l’apertura alla tutela dei diritti,
alla dignità umana ed alla giustizia sociale.
Attenzione ai migranti: difenderne la dignità. Appello per rifugiati siriani
Di qui, l’esortazione ad una maggiore formazione professionale nei Paesi in via di
sviluppo, con la garanzia che essa sia accessibile alle popolazione nella sua interezza.
Per quanto riguarda gli immigrati, l’organismo caritativo chiede che le politiche
migratorie elvetiche guardino, in particolare, alla tutela della loro dignità, soprattutto
dei migranti per motivi economici, che spesso vengono sfruttati. Un focus speciale
viene dedicato flusso migratorio proveniente dalla Siria, il quale “mostra in modo
evidente” che ciò di cui hanno bisogno queste persone è innanzitutto un aiuto umanitario
e di maggiori tutele nel loro Paese d’origine.
Le imprese si assumano le loro responsabilità sociali
Il memorandum si sofferma anche sulla proposta avanzata dal Dipartimento federale
degli affari esteri di coinvolgere il settore privato nella cooperazione allo sviluppo:
per la Caritas, si tratta di un’idea da ripensare poiché le due parti in causa perseguono
interessi diversi e “le imprese devono innanzitutto prendere sul serio le loro responsabilità
sociali”. Centrale, in questo contesto, anche la richiesta di informare meglio la
popolazione sugli impegni internazionali della Svizzera, soprattutto per quanto riguarda
l’applicazione dell’Agenda 2030 dell’Onu ed i suoi obiettivi per lo sviluppo duraturo.
Solidarietà per i Paesi poveri, i più colpiti dai cambiamenti climatici
Ribadendo poi il principio della perequazione nella ridistribuzione delle risorse,
la Caritas esorta ad una maggiore solidarietà e cooperazione anche riguardo al tema
dei cambiamenti climatici, che colpiscono principalmente le popolazioni del sud del
pianeta. Infine, il memorandum sottolinea che la Svizzera fa parte del mondo e che
quindi, in quanto tale, deve contribuire al miglioramento delle condizioni delle altre
nazioni più povere. (A cura di Isabella Piro)
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