2015-09-02 13:00:00

Giornata del Creato: Papa presiede Liturgia della Parola in S. Pietro


In comunione e in contemporanea con i fratelli ortodossi, ma anche con tutte le persone di buona volontà, la Chiesa cattolica, per volere del Papa, si è riunita ieri pomeriggio per la prima volta per celebrare la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato. Papa Francesco ha presieduto in San Pietro una speciale liturgia della Parola. Il servizio di Gabriella Ceraso:

“Signore, riversa in noi la forza di prenderci cura della vita, di vivere come fratelli, di seminare bellezza e non distruzione, e insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa ….”. Così in diverse lingue, l’Assemblea prega e canta durante la Liturgia della Parola in questa giornata voluta dal Papa. E di Creazione, interdipendenza nell’universo e responsabilità dell’uomo, parla anche, nell’omelia, il predicatore della Casa Pontificia.

Il dominio dell'uomo sulla natura non è sfruttamento
All’origine della crisi ecologica attuale, ricorda padre Raniero Cantalamessa, c’è un dominio indiscriminato dell’uomo sulla natura, errata interpretazione di quanto sta scritto nella Genesi: “Riempite la terra e soggiogatela, dominate su ogni creatura”. Ma ciò non significa, spiega, “sfruttamento”:

"Il dominio di Dio sulle creature non è certo finalizzato al proprio interesse, ma a quello delle creature che egli crea e custodisce. C’è un parallelismo evidente: come Dio è il dominus dell’uomo, così l’uomo deve essere il dominus del resto del creato, cioè responsabile di esso e suo custode. L’uomo è creato perché sia 'ad immagine e somiglianza di Dio', non di padroni umani".

C'è una gerarchia della vita in natura
L’uomo a immagine di Dio è dunque “garanzia e non minaccia per il Creato”, quel "talento ricevuto di cui dobbiamo rendere conto”. La Bibbia, spiega padre Raniero, ci svela anche la gerarchia presente in natura che le dà senso, collegando tutti gli esseri viventi tra loro e all’uomo:

"Questa gerarchia viene violata, per esempio, quando si fanno spese pazze per degli animali (e non certo per quelli in pericolo di estinzione!), mentre si lasciano morire di fame e di malattie milioni di bambini sotto i propri occhi".

Preoccuparsi delle future generazioni
E all’uomo cui è affidato l’universo si collega la riflessione sul futuro. Lo dice il Vangelo, lo riprende il Papa nella Laudato Si’, sottolinea padre Raniero: ”non preoccupatevi del vostro domani, ma preoccupatevi del domani dei futuri abitatori di questo pianeta”. Questo significa condannare la ricchezza accumulata a spese del prossimo:

"Nessuno può servire seriamente la causa della salvaguardia del Creato se non ha il coraggio di puntare il dito contro l’accumulo di ricchezze esagerate nelle mani di pochi e contro la tirannia del denaro".

San Francesco e il Creato: contemplazione e non possesso
Infine la riflessione sull’apporto della fede alla salvaguardia del Creato. Il modello, in questo, dice padre Raniero, è Francesco d’Assisi. Per lui l’unicità di un Dio Creatore bastava a “mettere il mondo intero in stato di fraternità e di lode”:

"Francesco ci addita la strada per un cambiamento radicale del nostro rapporto con il creato: questa rivoluzione consiste nel sostituire al possesso la contemplazione. Egli ha scoperto un modo diverso di godere delle cose che è quello di contemplarle, anziché possederle".

Non essere ladri di risorse
Il possesso esclude e divide, la contemplazione include e moltiplica, precisa padre Cantalamessa. Si tratta  di un "possesso più vero e profondo, un possedere dentro, con l’anima, e non con gli occhi". Un atteggiamento religioso non campato in aria, osserva il predicatore della Casa pontificia, ma che spingeva Francesco ad atti concreti, validi anche per noi oggi, come il non essere ladri di risorse, usandone più del dovuto, e soprattutto pensare a quanto possiamo fare già nella nostra vita quotidiana per il pianeta:

"Che senso ha, per esempio, prendersela con chi inquina l’atmosfera, gli oceani e le foreste, se io non esito a gettare in riva a un torrente o al mare, un sacchetto di plastica che rimarrà lì per secoli, se qualcuno non lo recupera, se butto dove capita, strada o bosco, quello di cui mi voglio liberare, o se imbratto le mura della mia città?".

La salvaguardia del Creato, come la pace, si fa, direbbe il nostro Santo Padre Francesco, “artigianalmente”, cominciando subito da se stessi. O come dicevano, ricorda padre Raniero, già gli ortodossi nel 1989: “Senza un cambiamento del cuore dell’uomo, l’ecologia non ha speranze di successo”.








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