Resteranno chiuse domani, primo giorno del nuovo anno scolastico, le porte delle scuole cristiane in Israele protagoniste di uno sciopero ad oltranza per protestare contro le politiche considerate “discriminatorie” da parte dello Stato di Israele nei loro confronti. Le restrizioni di bilancio imposte dal governo di Tel Aviv - riferisce l'agenzia Misna - hanno infatti costretto negli anni tali istituti ad aumentare progressivamente le tasse a carico delle famiglie, creando difficoltà soprattutto a quelle – per lo più arabe - che lottano per sopravvivere e i cui redditi spesso sono al di sotto della media nazionale.
Gli istituti cristiani respingono la proposta del Ministero di diventare
scuole statali
Un difficile negoziato tra i rappresentanti delle scuole cristiane e il ministero
dell’Educazione israeliano era naufragato poco prima dell’estate quando quest’ultimo
aveva proposto agli istituti di diventare scuole statali. Proposta categoricamente
respinta poiché considerata “la fine dell’impresa educativa cristiana e un tragico
colpo per la presenza cristiana in Terra Santa”. Il Comitato delle Scuole cristiane
conferma la sua determinazione e assicura che si fermerà solo dopo aver ottenuto piena
soddisfazione delle sue esigenze.
Nelle scuole cristiane anche studenti musulmani
Le Scuole cristiane – riconosciute dal ministero della Pubblica istruzione, ma non
pubbliche - accolgono circa 30.000 studenti ogni anno, sia cristiani che musulmani.
La maggior parte di esse era attiva già prima della costituzione dello Stato d'Israele
e ricevono un finanziamento parziale dal Ministero. Il resto dei costi è coperto dalla
quota corrisposta dai genitori. (A.d.L.)
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