2015-09-01 13:34:00

Papa, tweet: preghiamo e operiamo per la Giornata del Creato


“Oggi è la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato. Preghiamo e operiamo”. La scrive in un tweet Papa Francesco, che nel pomeriggio, alle 17, presiederà nella Basilica di San Pietro la celebrazione della Parola in occasione della prima Giornata Mondiale di preghiera per la cura del Creato da lui indetta. Sul contributo che i cristiani possono offrire al superamento di quella che Francesco definisce "la crisi ecologica” del nostro tempo, Fabio Colagrande ha sentito mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente della Commissione Cei per i problemi sociali, il lavoro, la giustizia e la pace:

R. – Come il Papa ci ricorda il nostro contributo è quello di considerare la terra, il creato come qualcosa di sacro da non depredare, devastare e ferire. Quindi è proprio l’invito a un rapporto umano di attenzione, di rispetto, di custodia e di attenzione alla realtà e al creato tutto intero. Lui ci invita a una conversione ecologica. E’ importantissimo aver istituito questa giornata insieme con la Chiesa ortodossa perché l’attenzione al creato è un aspetto sostanziale: la creazione nasce dalle mani di Dio e incontrando il Signore nella fede cattolica, nella fede ortodossa ma anche nelle altre grandi religioni, riceviamo tutto come un dono. Se la realtà è considerata un dono, allora la si accoglie con rispetto. Quindi l’invito grande, il contributo, è una conversione che parte da noi e che da noi si rivolge anche alle istituzioni ma che soprattutto coinvolge la Chiesa e la società nel suo insieme.

D. – C’è il rischio, come scrive il Papa, che l’attenzione per il Creato, per l’ambiente, resti un aspetto secondario, per molti, dell’esperienza cristiana?

R. – Diciamo che è il rischio che abbiamo corso perché per lungo tempo - io basta solo che veda la situazione qui a Taranto - abbiamo considerato prioritario l’aspetto della produzione, l’aspetto del mercato. Ma senza arrivare a questi punti: la trascuratezza con cui si tratta la natura, i campi, i boschi, si tratta l’acqua, si tratta un altro grande tema, la biodiversità, cioè quella ricchezza che si trova in vari territori del mondo… Perciò non può essere un aspetto secondario della fede perché è legato proprio all’ammirazione con cui il Signore guardava la realtà: “Guardate gli uccelli del cielo, i fiori del campo, la realtà tutta”, senza mettere l’uomo ai margini. L’uomo nella Bibbia ha una posizione centrale, ma di custode e di colui che difende la creazione, perciò è centrale rispetto al nostro atto di fede. Perché tutto nella vita, il grande messaggio del Papa è tutto è unito per il sì al Signore, il sì ai fratelli, il sì alla realtà, alla creazione.

D. - Lei ha giustamente sottolineato il carattere ecumenico di questa prima giornata mondiale per la cura del Creato: E quindi davvero c’è una fortissima collaborazione ecumenica su questo tema, ricordiamo i convegni e le parole importanti pronunciate in questi anni dal patriarca Bartolomeo…

R.  – La sintonia profonda e totale tra Papa Francesco e il patriarca Bartolomeo è un segno positivo per l’ecumenismo, cioè per l’incontro tra tutte le varie confessioni cristiane. Perché significa che raccogliamo la sfida che la realtà ci pone ed è importante che questa non sia fatta isolatamente da una confessione cristiana ma ci sentiamo tutti provocati. E’ un primo passo perché le grandi tradizioni religiose siano un punto di riferimento anche per lo sviluppo economico e sociale della terra perché il senso non è dato dal puro aspetto tecnologico, come dice Papa Francesco, dal paradigma tecnocratico: è offerto da una visione più ampia che parla del destino della felicità non solo individuale ma sociale, del benessere, ma inteso come una società giusta. Questo dialogo tra Bartolomeo e Papa Francesco è già un passo di una sensibilità comune delle Chiese. E io penso alle Chiese d’Europa che è importante che su tanti temi si pronuncino dicendo problemi gravi come quello dell’offesa alla natura o problemi gravi come quello dei migranti che ci devono vedere uniti in un pronunciamento chiaro e forte. E’ proprio il passo dell’ecumenismo che offre un servizio e una vicinanza e alle persone del nostro tempo perché partecipino di un atteggiamento diverso, non predatorio, ma di familiarità e di custodia nei confronti della realtà e della natura.








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