2015-09-05 09:19:00

Vescovi irlandesi: no a legge britannica su suicidio assistito


Anche i vescovi irlandesi scendono in campo contro il progetto di legge sul suicidio assistito che la Camera dei Comuni del Regno Unito si appresta a votare il prossimo 11 settembre. Presentata da Rob Marris, la proposta normativa mira a rendere possibile, per i malati terminali adulti, la scelta di porre fine alla propria vita con una specifica assistenza medica. E quindi ciò implica la possibilità, per i medici, di iniettare farmaci letali ai pazienti malati terminali per portarli al suicidio.

Progetto di legge distruttivo e pessimistico, contrario a cultura della vita
In una nota indirizzata ai fedeli dell’Irlanda del Nord, che appartiene al Regno Unito, l’arcivescovo Eamon Martin, Primate irlandese, informa di aver inviato una lettera di membri nord-irlandesi del Parlamento, chiedendo loro di “opporsi all’approccio alla vita così distruttivo e pessimistico presentato nel progetto di legge” in questione. Di qui, l’appello del presule a “tutti i cattolici dell’Irlanda del Nord affinché si impegnino attivamente, sia in quanto battezzati che come cittadini, nella promozione della cultura dell’amore, della cura, del rispetto e della tutela di ogni vita umana”. Non solo: mons. Martin esorta espressamente i fedeli ad “incoraggiare i parlamentari ad opporsi alla proposta normativa”.

Vita umana è sempre preziosa. Affermare il contrario è grande menzogna 
“La vita di ogni persona umana – ribadisce il Primate irlandese – è ugualmente preziosa, in qualunque condizione si trovi”, perché ogni esistenza umana è “degna di essere vissuta, degna della nostra massima cura e protezione fino alla morte naturale”. Richiamando, poi, quanto detto da Papa Francesco nel Messaggio per la 23.ma Giornata mondiale del malato, l’arcivescovo di Armagh afferma: “Quale grande menzogna indurre le persone a credere che le vite gravemente affette da malattia non sarebbero degne di essere vissute!”

Medicina sia a servizio della dignità umana, non una minaccia all’esistenza
“Nell’esortare i cattolici e gli altri di opporsi a questo progetto di legge – continua mons. Martin – chiedo loro di affermare, con fiducia e gioia, che il futuro dell’umanità non è nella cultura della morte e della distruzione deliberata del’altro, ma nella cultura della vita e della cura di ciascuno, in cui la medicina e la scienza siano al servizio della dignità umana e non una minaccia per la nostra stessa esistenza”. Per questo, il presule mette in guardia dalla “implicazioni umane, morali, sociali e mediche” del progetto normativo, che risultano essere “di vasta e profonda portata”.

I parlamentari si oppongano al progetto di legge
La nota si conclude con un ulteriore richiamo “ai cattolici ed a tutti coloro che credono nella dignità e nel valore propri di ogni vita umana, a tutti i livelli”, affinché “si informino sull’importanza dei valori in gioco in questo dibattito, preghino per il progresso di una cultura della vita e della cura reciproca nella nostra società e contattino i propri parlamentari per chiedere loro di opporsi all’approvazione del progetto di legge, in favore di futuro più umano ed etico” per tutta l’umanità. (I.P.)








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