2015-09-06 09:30:00

Nigeria: oltre 2 milioni di sfollati per violenze Boko Haram


In Nigeria, l'inasprimento delle violenze compiute dagli estremisti islamici di Boko Haram ha costretto da giugno almeno 800mila civili del Nord-Est a lasciare le proprie case. Dal 2009, ovvero dall’inizio della guerra scatenata dagli integralisti, si calcolano 15mila morti e più di 2 milioni di sfollati. Il presidente Buhari ha lanciato una vasta offensiva per fermare le stragi dei miliziani musulmani, ma dopo alcuni successi si registra un rallentamento della sua azione. Giacomo Zandonini ne ha parlato con il prof. Giovanni Carbone, africanista:

R. – La natura di Boko Haram ha oscillato in questi anni tra quella, delle origini, di organizzazione più strettamente terroristica, e quella di organizzazione di guerriglia che ha anche tentato il controllo di una parte del territorio nel Nord della Nigeria. La Nigeria si trova in una situazione di transizione, perché l’attuale presidente, Buhari, è subentrato al suo predecessore, Goodluck Jonathan, solo a maggio. È un presidente del Nord, quindi cambia completamente la dinamica del raffronto tra il governo centrale nigeriano e i Boko Haram. Adesso c’è un presidente che ha una grossa base di sostegno proprio nella popolazione che abita l’area in cui opera il movimento armato; proprio per questo, Buhari ha assicurato che la sua priorità è quella di sconfiggere questo movimento. Ma i tempi non possono che essere più lunghi di quelli che ha promesso: Buhari ha detto che entro il dicembre 2015 Boko Haram sarebbe stato sconfitto, e invece sicuramente non sarà così, ci saranno alti e bassi. E in questa fase stiamo assistendo a un ritorno della violenza da parte di Boko Haram, dopo che, tra i mesi di marzo e maggio, si erano avuti alcuni successi governativi.

D. – La presenza di miliziani nelle file di Boko Haram provenienti – pare, dalle ultime notizie – anche dal Ciad, mette in rilievo anche il ruolo di questo Paese: un ruolo nella regione piuttosto importante… È così?

R. – Boko Haram è una realtà fortemente nigeriana: emerge in un contesto politico, economico e sociale molto specifico, che è quello del Nord della Nigeria. Al tempo stesso, però, il Nord della Nigeria è l’area di confine con il Lago Ciad – quindi con il Ciad, il Niger e il Camerun – una zona in cui i confini sono storicamente molto labili tra uno Stato e l’altro, e la mobilità di movimenti armati come Boko Haram è molto facile. Il Ciad è stato, sin da subito, interessato dalle attività di Boko Haram. Questo Paese ha uno degli eserciti più efficaci, sostenuto e anche addestrato in questi anni dall’appoggio francese. Boko Haram è una realtà che opera sul piano regionale, che attraversa i confini di questi altri Stati, anche perché recluta popolazioni diverse, non esclusivamente nel Nord della Nigeria. Però su questo la verità è che le informazioni che abbiamo sono estremamente scarse. Sappiamo che Boko Haram ha addestrato i propri militanti anche in Somalia, in Algeria e in parte anche in Ciad, ma si tratta di informazioni da prendere molto con le pinze.

D. – Si parlava anche recentemente di una possibile affiliazione di Boko Haram con il sedicente Stato islamico: potrebbe rientrare in una strategia di alleanze internazionali, in qualche modo?

R. – Qui ci sono, ancora una volta, le due facce del conflitto: da un lato, i legami con i network del jihadismo internazionale, quindi l’affiliazione proclamata nei primi mesi di quest’anno con il Califfato, dopo che Boko Haram aveva flirtato con al-Qaeda, tra l’altro un’affiliazione proclamata in un momento di debolezza di Boko Haram che voleva evidentemente cercare alleanze. Ma, dall’altro lato, non bisogna fraintendere questo come l’espressione, anche in Nigeria, di un fenomeno che proviene da altrove.

D. – Parlavamo del Lago Ciad. Questa è anche una zona dove ci sono giacimenti di gas, di petrolio, spesso legati anche ad episodi di conflitto. Come sappiamo, in tutta l’Africa dietro ai conflitti c'è un interesse economico: secondo lei anche in questo caso?

R. – Sicuramente ci sono interessi economici dietro Boko Haram. La Nigeria ha una storia di legami tra violenze e controllo delle risorse, ma questo riguarda essenzialmente il Sud-Est del Paese, l’area del Delta del Niger, che è stata lungamente instabile. Per quanto riguarda Boko Haram, i legami con gli interessi economici riguardano traffici commerciali più che il controllo delle risorse minerarie.








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