2015-09-07 09:00:00

Messaggio Papa a Tirana: non dobbiamo rassegnarci alla guerra


“Possa dalla terra d’Albania, terra di martiri, partire una nuova profezia di pace” perché il mondo non si può rassegnare alle guerre e alla violenza. E’ il cuore del messaggio inviato da Papa Francesco a Tirana, dove si è aperto questa domenica l’Incontro Internazionale delle religioni per la pace. Fino a martedì, oltre 400 persone, tra leader religiosi, esponenti della cultura e della politica di tutto il mondo, dialogheranno sui principali temi che attraversano le odierne società: dalle migrazioni, ai conflitti che insanguinano intere aree geografiche, dall’ambiente alla globalizzazione della solidarietà. Il servizio della nostra inviata, Francesca Sabatinelli:

Non dobbiamo mai rassegnarci alla guerra! Il Papa, ancora una volta, torna con forza a ricordare che non si può “restare indifferenti di fronte a chi soffre per la guerra e la violenza”. Nel suo messaggio inviato ai partecipanti all’incontro di Tirana, Francesco riprende il titolo del meeting “La pace è sempre possibile” per chiedere che si riaffermi questa verità “soprattutto oggi, mentre in alcune parti del mondo sembrano prevalere le violenze, le persecuzioni e i soprusi contro la libertà religiosa, insieme alla rassegnazione di fronte ai conflitti che si trascinano”. E’ però violenza – si legge ancora – “anche alzare muri e barriere per bloccare chi cerca un luogo di pace”, ed è violenza “respingere indietro chi fugge da condizioni disumane nella speranza di un futuro migliore. E’ violenza scartare bambini e anziani dalla società e dalla stessa vita! E’ violenza allargare il fossato tra chi spreca il superfluo e chi manca del necessario!” Il Papa si rivolge a Sant’Egidio, per incoraggiare gli incontri per la pace che la Comunità organizza da anni “nel solco tracciato da san Giovanni Paolo II con il primo storico Incontro di Assisi dell’ottobre 1986”. In un momento in cui “mutano gli scenari della storia e i popoli sono chiamati a confrontarsi con trasformazioni profonde e talora drammatiche” è importante l’incontro tra le diverse religioni, così come il dialogo, e il cammino insieme per collaborare “in quello ‘spirito di Assisi’ che fa riferimento alla luminosa testimonianza di San Francesco”. Francesco quindi conforta gli organizzatori nella scelta della città di Tirana come luogo di incontro, perché “capitale di un Paese diventato simbolo della convivenza pacifica tra religioni diverse, dopo una lunga storia di sofferenza”. Una scelta condivisa dal Papa che, esattamente un anno fa, visitò l’Albania, scelta quale “primo tra i Paesi europei da visitare, proprio per incoraggiare il cammino di convivenza pacifica dopo le tragiche persecuzioni subite dai credenti albanesi nel secolo scorso”. Paese che oggi ricorda i molti suoi martiri, ma che racconta anche della “forza della fede che non si lascia piegare dalla prepotenza del male”. “In nessun altro Paese al mondo – ricorda Francesco – è stata così forte la decisione di escludere Dio dalla vita di un popolo”. Popolo che però, una volta ritrovata la libertà, ha ritrovato la sua capacità di vivere insieme, in pace, indipendentemente dalla religione, ciò che chiede lo spirito di Assisi,  che ci ricorda che “la pace e la convivenza hanno un fondamento religioso. La preghiera è sempre alla radice della pace!” La pace è possibile, quindi, conclude Francesco, è ciò che permette di gridarlo ad alta voce è la fede in Dio.








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