2015-09-09 20:22:00

Il Centrafrica visto dai pigmei


Seminomadi per tradizione, i pigmei Aka sono oggi considerati una delle popolazioni più antiche del Centrafrica che ha continuato, nonostante il continuo confronto con la modernità, a vivere secondo un sistema socioeconomico tradizionale, che si è trasmesso invariato di generazione in generazione. Abitanti della foresta tropicale, divisi in accampamenti di 30-40 persone, la loro economia di sussistenza si basa sulla caccia, per gli uomini, e sulla raccolta di frutti, bacche, tuberi e insetti commestibili per le donne.

Ma gli accampamenti pigmei non sono sempre oasi felici. Troppo spesso l’immaginario occidentale ce li presenta come popolazioni incontaminate che, in totale simbiosi con la natura, sono custodi di modi di vivere che abbiamo dimenticato. Guardando più da vicino scopriamo invece un mondo fatto di difficoltà e di ingiustizie. Scopriamo che uno degli ultimi popoli a essere entrato nella modernità è ultimo “tout court”, sottomesso alle popolazioni bantu dei villaggi circostanti e spesso dimenticati dal governo centrafricano.

Il caso dei pigmei Aka della Lobaye testimonia di una coabitazione difficile fra tradizione e modernità, ma soprattutto tra gruppi minoritari e maggioritari, tra realtà locali e politiche nazionali.

E' in questo contesto che opera, da 40 anni, COOPI - Cooperazione Internazionale, organizzazione umanitaria italiana laica e indipendente, fondata nel 1965 da padre Vincenzo Barbieri.  Ai nostri microfoni ne raccontano l'azione, in particolare a favore dei pigmei Aka, Alessandro Ponti, responsabile COOPI in Repubblica Centrafricana e Angela Spettoli, valutatrice ed esperta per la tutela dei diritti dei pigmei.

 








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