2015-09-09 14:00:00

Ue: riconoscere unioni gay. Gambino: anticostituzionale


Il Parlamento Europeo ha chiesto con una risoluzione a nove Stati membri, tra cui l'Italia, di "considerare la possibilità di offrire" alle coppie gay istituzioni giuridiche come le unioni di fatto registrate e il matrimonio. Un pronunciamento non vincolante ma che ha suscitato un vivace dibattito. Ma cosa rappresentano queste risoluzioni dell'Europarlamento? Risponde il giurista Alberto Gambino, al microfono di Alessandro Guarasci:

R. – Per il Parlamento europeo rappresentano un volontà politica e di grande sintesi: quindi un atto politico rilevante. Ovviamente non vincolante, perché questi documenti del Parlamento Europeo invitano gli Stati a legiferare, ma non possono obbligarli, tanto più che la materia del matrimonio e della famiglia è sottratta alle competenze dell’Unione Europea.

D. – Rischiamo che questo pronunciamento in qualche modo influenzi l’opinione pubblica europea?

R. – Il richiamo al “matrimonio”, l’uso di questa espressione con riferimento alle unioni tra persone dello stesso sesso, disattende il percorso costituzionale italiano che – viceversa – esclude che di matrimonio si possa parlare quando due persone dello stesso sesso si incontrano e vogliono convivere. Non si può utilizzare l’istituzione del matrimonio, che è nata per persone di sesso diverso.








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