2015-09-09 14:50:00

Nullità, Mons Fragnelli: "Non è pastorale low cost"


"Altro che pastorale low cost! Qui si tratta di stimolare un rapporto più diretto tra pastori e uomini e donne in ricerca della verità sulle loro relazioni. Francesco ci invita ad un impegno nel maturare percorsi di fede autentica, a evitare la banalizzazione. E' la pastorale di vita interiore - quella ci propone - che si ribella, e che rifiuta una impostazione delle relazioni basate solo sull'immagine". Così Mons. Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Trapani, Presidente della Commissione episcopale CEI per la Famiglia e la Vita, commentando la riforma del processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio, presentate ieri in Vaticano. 

"Sono colpito dal termine della ‘conversione’ usato dal Papa nel Motu Proprio", riprende il presule: "Lo aveva già usato nell’Evangelii Gaudium a proposito della conversione delle strutture ecclesiastiche, qui c’è l’applicazione di quel principio alla materia giuridica che riguarda le condizioni degli sposi. Ora lo ripete a noi pastori perché possiamo più celermente andare incontro senza pregiudizi alle persone con difficoltà permettendoci di accogliere le loro povertà". E aggiunge: "Si tratta di rendere sempre più comunitaria la responsabilità per questi fratelli e queste sorelle che cercano di uscire dal dubbio della propria condizione. La Chiesa locale deve contribuire con tutta la sua ricchezza spirituale, morale ed economica perché queste persone siano aiutate ad uscire dalla situazione di incertezza e di dubbio". 

Don Eugenio Zanetti, vicario giudiziale della diocesi di Bergamo e giudice nel Tribunale ecclesiastico regionale lombardo, spiega la direzione in cui leggere questo documento e lo spirito cheha mosso il Papa: "Essere più vicini possibile alle persone e riconoscere al vescovo diocesano una sua potestà anche giudiziale, oltre che legislativa e amministrativa, per cui egli può essere competente direttamente nelle cause di nullità. Potendo la singola diocesi istruire i processi, i fedeli hanno meno difficoltà logistiche, temporali ed economiche per aderire a questo tipo di cause". 

"L’abolizione della doppia conforme abbrevia i tempi - precisa il sacerdote - tuttavia la riforma rimane nell’ambito di una procedura giudiziale, che segue alcune regole di rispetto delle persone, della loro possibilità di conoscere le motivazioni, di replicare e anche di manifestare la propria opinione, perché alla fine si giunga a chiarire dei fatti. Ricordiamoci infatti che si tratta sempre di procedimenti di dichiarazione che a un matrimonio mancarono degli elementi per cui non è mai stato celebrato. Non si tratta né di annullmaneto né di scioglimento". 

Molti si chiedono se la mancanza di fede costituisca motivo di nullità. C’è in merito qualche novità? "Questa riforma tocca l’aspetto procedurale, mentre i motivi di nullità restano i medesimi. Quindi anche il vescovo dovrà applicare la normativa sostanziale come è oggi. Quando la mancanza di fede va a toccare l’esclusione di alcuni elementi che fondano il matrimonio (es. apertura alla procreazione, indissolubilità, sacramentarietà...), essa fa da presupposto per quei capi di nullità più precisamente presi in considerazione".

Basterà la riforma a risolvere la questione pastorale che riguarda i separati e divorziati? "L’esperienza come fondatore de 'La Casa' - gruppo di consulenza canonica ed accompagnamento spirituale per persone separate o divorziate - mi dice che le cause di nullità rimarranno limitate rispetto al grande numero di separazioni. A Bergamo ogni anno circa 1500 sono le cause di separazione, e ogni anno si fanno 20 cause di nullità. Mettiamo pure che ora vengano raddoppiate, saranno sempre poche. Quindi ci deve essere comunque un cammino di accompagnamento spirituale ed ecclesiale perché dentro la Chiesa queste persone abbiano ad essere aiutate a fare una maturazione umana e cristiana". 

 

 








All the contents on this site are copyrighted ©.