2015-09-10 13:00:00

Apre la Sagra musicale umbra: 70 anni di musica, fede e bellezza


Si apre questa sera nella Basilica di S. Pietro di Perugia l’edizione 2015 della Sagra musicale Umbra, che festeggia il 70° anniversario con un programma di 10 concerti dedicati al Libro dei Salmi da cui è tratto anche il titolo “Voglio svegliare l’Aurora”. In rassegna, fino al 20 settembre, nei luoghi più suggestivi della regione, pagine belle e inedite di musica sacra, con interpreti d’eccezione tra cui i Tallis Scholars diretti da Peter Phillips e un omaggio particolare ad Arvo Pärt. Sui 70 anni di vita della Sagra e sui particolari del programma, si sofferma al microfono di Gabriella Ceraso il direttore artistico Alberto Batisti:

R. – Nella sua storia, la Sagra ha contribuito a riscoprire innanzi tutto un patrimonio musicale - specialmente quello della misura sacra - dimenticato; inoltre ha contribuito a valorizzare compositori del nostro tempo. L’altro elemento è l’unione della selezione musicale e i luoghi di una Regione davvero unica al mondo.

D. - In questo percorso l’hanno accompagnata temi che sono stati il filo conduttore delle diverse edizioni. Con il tema di quest’anno si va al cuore della preghiera della chiesa cattolica: i salmi. Le chiedo il perché di questa scelta e anche se è stato difficile rintracciare ensemble e lavori musicali su questa materia …

R. - Il Libro dei Salmi è il fondamento di tutta la nostra cultura poetica e della fede. Questi testi nascono con la musica; sono canti che ancora naturalmente appartengono alla Liturgia ebraica e cristiana e tutti i grandi compositori che hanno avuto in sé l’alito della spiritualità si sono misurati con questi testi. Non è stato quindi difficile andare a cercare il materiale, anzi dispiace aver dovuto escluderne tanti! Si va da esempi dell’autentica foggia del canto salmodico, attraverso pagine vertiginose come quella che ho posto in apertura della sagra che è il Dixit Dominus di Hëndel, fino alla grande polifonia con salmi come quello di Gregorio Allegri, una leggenda della storia della musica, che verrà intonato dai Tallis Scholars nella Basilica superiore di Assisi, e si metterà in dialogo con gli affreschi di Giotto. E poi si arriverà  fino ai giorni nostri con Arvo Pärt , c’è un pezzo strumentale che però si chiama Shalom e quindi  va proprio a riprendere il nome autentico di questa forma di canto.

D. – Ecco appunto, ha citato Arvo Pärt. L’11 settembre, un giorno particolare, è anche la data dell’80.mo compleanno di uno dei massimi interpreti della spiritualità contemporanea in musica, Arvo Pärt. La sagra lo festeggia con due appuntamenti. Può spiegare come Arvo Pärt intende la sua spiritualità?

R. - Credo che Arvo Pärt abbia fatto un grande percorso personale per arrivare al suo linguaggio. Vissuto sotto il piede dell’oppressione comunista, ha veramente scavato sotto questa roccia insuperabile, una sua meravigliosa galleria alla ricerca dell’anima stessa della musica, in un processo di depurazione del linguaggio che è andato alle origini stesse della composizione occidentale, cercandone i cardini, senza però fare un’imitazione piuttosto una nuova interpretazione. Tutto questo sempre all’insegna di una profonda adesione personale ai valori dello Spirito. 

D. - Altra tappa emblematica del programma direi è l’appuntamento del 12 settembre. Diversi idiomi che raccontano della fede in un unico Dio …

R. - Il concerto che abbiamo immaginato voleva proprio mettere in evidenza la  stretta parentela, la natura fraterna dell’espressione musicale dei popoli del Mediterraneo: tre donne che cantano secondo le loro diverse tradizioni, un solo Dio, e che rappresentano le tre religioni monoteiste unite in questo concerto simbolico ospitato a S. Bevignate.








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