2015-09-10 17:00:00

Persecuzioni cristiani giapponesi: simposio in Vaticano


Sulle tracce del cristianesimo in Giappone

"Al di fuori del Giappone, non esiste in nessuna biblioteca al mondo un fondo di documenti amministrativi di quell'epoca così consistente. Lo studio di queste carte permetterà certamente di gettare luce sull'oppressione del cristianesimo, sulla composizione delle comunità locali in quei secoli e sulla struttura dell'autorità in alcune zone del Giappone". Così, Silvio Vita, docente dell’università per gli studi stranieri di Kyoto, esperto di studi orientali e storia giapponese, presenta il simposio "Sulle tracce del cristianesimo nel Giappone del XVII e XIX secolo", organizzato dalla Biblioteca Apostolica Vaticana e dal National Institutes for the Humanities of Japan, che si svolge sabato 12 settembre presso la Sala San Pio X di via della Conciliazione in Vaticano. 

Il progetto "Marega"

L'incontro, cui partecipano i maggiori studiosi giapponesi di quel periodo storico, nasce per presentare le prospettive del "Progetto Marega": un progetto di ricerca scintifica scaturito da un accordo di cooperazione internazionale che coinvolge la Biblioteca Vaticana e numerosi enti governativi e culturali giapponesi. Scopo della ricerca congiunta è approfondire la sistematica persecuzione e oppressione dei cristiani in Giappone dal 1615 al 1867, attraverso l'esame dei documenti raccolti nel '900 dal salesiano Mario Marega e oggi conservati proprio presso la Biblioteca del Papa.

Un fondo rivalutato nel 2011

 "Il cosiddetto fondo 'Marega' - spiega mons. Cesare Pasini, prefetto della Biblioteca - era arrivato da noi nel dopoguerra, ma era stato ricollocato in attesa di essere meglio rivalutato e conosciuto. Nel 2011 il prof. Delio Proverbio ci ha messo mano e da lì è partita un'operazione di collaborazione con le istituzioni giapponesi per valorizzare queste straordinarie fonti documentarie che debbono essere inventariate, digitalizzate, studiate e catalogate". 

Documenti di una sistematica persecuzione

"Il fondo "Carte Marega" - spiega ancora Silvio Vita, che è tra i partecipanti al Simposio vaticano del 12 settembre - è composto dai rapporti amministrativi, inviati dai capi villaggio alle autorità del feudo locale, in cui si registrava la presenza di cristiani o discendenti di cristiani che dovevano essere tenuti sotto controllo  per cinque generazioni, affinché non ci fosse alcuna attività propagandistica e missionaria". I circa diecimila documenti testimoniano dunque la persecuzione capillare e sistematica subita dai cristiani giapponesi dal Seicento ai primi decenni dell'Ottocento. "Sono una testimonianza quantitativamente consistente che ci farà capire molte cose su quel periodo storico", aggiunge il prof. Vita. "In quei secoli la repressione si esplicava nell'espulsione dei missionari, nell'obbligo di abbandonare la religione cristiana per chiunque e in un sistema di controllo che prevedeva anche più verifiche annuali attraverso la cerimonia dell'E-fumi, in cui la persona sottoposta alla verifica doveva calpestare un'immagine sacra per dimostrare di aver abbandonato la sua fede". 

Presentazione per la stampa l'11 settembre

Il simposio del 12 settembre, in Vaticano, preceduto da una presentazione del fondo per i giornalisti in Biblioteca l'11 settembre, sarà l'occasione per far conoscere al pubblico e al mondo accademico il significato delle "Carte Marega" e le prospettive di studio che si aprono da questa collaborazione culturale tra Vaticano e Giappone.








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