2015-09-10 14:30:00

Schönborn a Civiltà Cattolica: accompagnare famiglie ferite


Con il cammino sinodale sulla famiglia, Papa Francesco ha voluto “innanzitutto incoraggiarci a guardare la bellezza e l’importanza vitale del matrimonio e della famiglia con lo sguardo del Buon Pastore che si fa vicino a ognuno”. E’ uno dei passaggi della lunga intervista rilasciata dal card. Christoph Schönborn al direttore di Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro, e pubblicata sull’ultimo numero della rivista dei gesuiti con il titolo “Matrimonio e conversione pastorale”. L’arcivescovo di Vienna sottolinea che rispetto alla realtà familiare non bisogna avere “uno sguardo critico che sottolinea ogni mancanza, ma uno sguardo benevolo che vede quanta buona volontà e quanti sforzi esistono, pur in mezzo a molte sofferenze”. E questo perché, “nonostante tutte le crisi, tutte le ideologie che occorre denunciare e chiamare in modo chiaro per nome, malgrado tutto ciò, il matrimonio e la famiglia restano la cellula fondamentale della vita umana e della società”.

Accompagnare le famiglie ferite senza paura
“La sfida che ci lancia Papa Francesco – afferma poi il porporato austriaco – è di credere che, dotati di questo coraggio che ci viene dalla semplice vicinanza, dalla realtà quotidiana della gente, noi non ci allontaniamo dalla dottrina. Non rischiamo di diluire la sua chiarezza camminando con le persone, perché noi stessi siamo chiamati a camminare nella fede”. E osserva che troppo spesso teologi e pastori dimenticano che “la vita umana si svolge nelle condizioni poste da una società”, “in un quadro storico”. “In fondo – riprende – ci viene chiesto un atto di fede: avvicinarci, come Gesù, alla folla variegata senza avere paura di essere toccati”.

Anche da famiglie “irregolari” possiamo imparare qualcosa
Riguardo quindi alle famiglie in situazioni irregolari, il card. Schönborn sottolinea che esistono “cammini di guarigione, di approfondimento, cammini in cui la legge è vissuta passo dopo passo”. Papa Francesco, ribadisce il porporato, chiede a tutti i pastori di accompagnare le persone “che sono in situazioni matrimoniali irregolari”. Tanti, osserva, “aspettano soluzioni generali mentre l’atteggiamento del Buon Pastore è innanzitutto quello di accompagnare le persone che vivono un divorzio e un nuovo matrimonio nelle loro situazioni personali”. “Innanzitutto – riprende – bisogna osservare prima di giudicare”. Inoltre, soggiunge, “bisogna sempre vedere anche quello che c’è di positivo, persino nelle situazioni più difficili”. “So di scandalizzare qualcuno dicendo questo – afferma il cardinale Schönborn – ma si può sempre imparare qualche cosa dalle persone che oggettivamente vivono in situazioni irregolari. Papa Francesco vuole educarci a questo”.

No a “matrimoni gay”, ma rispettare persone omosessuali
L’arcivescovo di Vienna risponde infine sulle persone con orientamento omosessuale. Per il card. Schönborn “si può e si deve rispettare la decisione di creare un’unione con una persona dello stesso sesso”, ma “se ci viene chiesto, se si esige che la Chiesa dica che questo è un matrimonio, ebbene dobbiamo dire: non possumus”. Ciò prosegue, “non è una discriminazione delle persone: distinguere non vuol dire discriminare. Questo non impedisce assolutamente di avere un grande rispetto, un’amicizia, o una collaborazione con coppie che vivono questo genere di unione, e soprattutto di non disprezzarle”. (A cura di Alessandro Gisotti)








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