2015-09-12 16:11:00

Bcc Roma: tra quindici giorni proposta su riforma credito cooperativo


Il Papa ha chiesto al Credito Cooperativo di Roma di “far crescere l'economia dell'onestà”. Un compito importante e non facile in un momento in cui queste banche sono chiamate dal governo all’autoriforma. Alessandro Guarasci ha sentito Francesco Liberati, presidente del cda della Bcc Roma

R. –Il Santo Padre ha parlato della globalizzazione della solidarietà, di una economia che metta al centro la persona e non il denaro. E’ quello che noi facciamo ormai da tanti, tanti, tanti anni. Noi non abbiamo mai privilegiato l’utile. Noi questo lo facciamo da tanti, tanti anni e lo facciamo non solo noi, ma anche molte, gran parte delle banche di credito cooperativo.

D. – Ma con la riforma del credito cooperativo, secondo lei “sussidiarietà” e “mutualità” verranno un po’ a mancare?

R. – Abbiamo lanciato l’idea che unire tutto il credito cooperativo sia una cosa molto importante, a condizione che non si snaturi l’autonomia delle banche del territorio. Le banche, pur facendo parte di un unico gruppo, devono però rispettare alcune regole fondamentali che sono alla base dell’attività bancaria. Oggi, qualche banca di credito cooperativo, quando finanzia le imprese, magari una piccola banca si espone per 5-6-7 milioni: questo non può essere fatto! Non possiamo seguitare nel futuro a fare una cosa del genere! Si devono fissare delle regole. Però, salvaguardando l’autonomia. In altri termini: la banca seguita a gestire il proprio territorio, ma con regole molto precise.

D. – Non sarete scalabili dall’esterno da gruppi che vogliono fare solo profitto? Lei di questo è sicuro?

R. – No, di questo sono certo. Perché questa “Newco S.p.a.” che noi facciamo, e alla quale le banche  apportano le azioni che hanno con l’“Iccrea Holding”, al di sotto del 51% le banche di credito cooperativo in questo gruppo non potranno andare. E questo significa evitare la “scalata”.

D. – Dunque, per ricapitolare: le banche di credito cooperativo avranno minimo il 51% di questa “Newco”?

R. – Minimo il 51% di questa società, e non possono andare al di sotto.

D. – Quali saranno, a questo punto, i prossimi passi, e cosa vi aspettate dal governo nelle prossime settimane?

R. – Io credo che il governo aspetti da noi una proposta unitaria, una proposta condivisa; probabilmente, tra una quindicina di giorni sapremo come andranno a finire le cose. L’alternativa al gruppo unitario naturalmente saranno più gruppi, però più gruppi significa una frammentazione. Se saremo costretti, faremo più gruppi, ma quello che noi privilegiamo è il gruppo unitario.








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