2015-09-12 10:52:00

Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica


Nella 24.ma Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù chiede ai discepoli: «Voi, chi dite che io sia?». Pietro gli risponde: «Tu sei il Cristo». E il Signore spiega che dovrà soffrire molto, essere ucciso e poi risorgere. Pietro lo rimprovera per queste parole, ma Gesù gli dice:

«Va' dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti:

La professione di fede di Pietro: “Tu sei il Cristo”, in risposta alla domanda di Gesù, e la rivelazione che Gesù fa agli apostoli della sua missione: “Cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire... poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare”, vengono oggi a destabilizzare la nostra vita di battezzati-pagani, di cristiani che spesso pensano e vivono come il mondo. Gesù pone ai suoi discepoli – e a noi oggi –, una domanda molto personale: “Che dice la gente di me?”, “E voi che dite? Chi sono io, secondo voi?”. Gesù incomincia a sollevare il velo sulla sua identità, sulla sua missione, strappando i discepoli dall’idea – comune al suo tempo –di un Messia politico, vittorioso! Davanti all’annuncio di una vittoria pasquale che passa attraverso la sofferenza e la morte, Pietro – come molti di noi – non ci sta: ne è scandalizzato! E da Gesù riceve una risposta tagliente, dura: “Satana”, che non pensa secondo Dio, ma secondo gli uomini! Il Gesù della croce è uno scandalo. Preferiamo un altro “dio”, più a buon mercato, più adattabile alle nostre esigenze, ai nostri problemi. Il Gesù della croce rivela il “Dio totalmente altro”, “non perché non sia uno di noi, in tutto simile a noi eccetto che nel peccato (cf. Ebr. 4, 15), ma perché, come Messia umile e crocifisso, ha capovolto tutti i progetti umani di salvezza e con le beatitudini ha rivelato una nuova scala di valori, tutta diversa da quella del mondo che continua a rendere infe­lice la nostra esistenza” (R. Cantalamessa). Resta la domanda: Chi è veramente Gesù per te, oggi?








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