2015-09-12 14:30:00

Consiglio delle Chiese: azione comune Ue per emergenza profughi


“La responsabilità dell’accoglienza e del sostegno alle persone in cerca di rifugio, di sicurezza e di un futuro migliore per sé e per le loro famiglie non può essere lasciata agli Stati in cui i rifugiati arrivano”. Anche il Consiglio Mondiale delle Chiese (Wcc) chiede un’azione comune di tutti gli Stati dell’Unione Europea per fare fronte all’emergenza profughi.

Una prova dei valori umani e cristiani dell’Europa
“L’Europa, sia a ovest che a est, sta mettendo alla prova il proprio impegno per la dignità umana e i diritti. Questo è un test dei nostri valori umani e della nostra eredità cristiana”, ha dichiarato il segretario generale dell’organismo ecumenico il pastore Olav Fykse Tveit, durante un incontro a Ginevra dedicato all’attuale emergenza. “Oggi - ha ricordato - i Paesi europei si trovano ad affrontare la peggiore crisi umanitaria dalla Seconda Guerra Mondiale. Ma la compassione e l’azione sembrano essere tragicamente insufficienti a soddisfare il bisogno pressante. Purtroppo è così, nonostante i drammi ai quali assistiamo tutti i giorni ai confini dell’Europa, per non parlare dei Paesi da cui queste persone sono costrette a fuggire”.

Aiuti senza discriminazioni su base religiosa
Il rev.do Tveit ha quindi stigmatizzato l’atteggiamento di alcuni Paesi europei che respingono i profughi in base alla loro religione: “Dobbiamo assumerci la responsabilità di aiutare tutti quegli esseri umani che hanno disperato bisogno senza distinzione e senza preclusioni” ha detto, esortando “le Chiese dei Paesi di arrivo o di transito a continuare nei loro sforzi per accogliere gli stranieri e per modellare una risposta compassionevole alle persone in difficoltà. Abbiamo bisogno di una cooperazione ecumenica in questi sforzi, al fine di garantire il maggior contributo possibile e alleviare queste terribili sofferenze”, ha aggiunto. (A cura di Lisa Zengarini)








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