2015-09-12 12:17:00

Al Festival della Letteratura di Viaggio, rapporto pellegrinaggi-fede


Al via in questi giorni l’VIII edizione del Festival della Letteratura di Viaggio. La kermesse, in programma a Roma nella splendida cornice di Villa Celimontana, ospita oggi, sabato 12, un incontro dal titolo “Le vie dello spirito, all’ombra del Giubileo. Benedetto da Norcia vs. Francesco d’Assisi”. Don Giovanni Biallo, dell’Opera Romana Pellegrinaggi, al microfono di Francesca Di Folco spiega come i pellegrinaggi in luoghi di culto rafforzino la fede.

R. - Sono due grandi Santi che si sono mossi nella loro vita, andando da un luogo all’altro proprio con lo scopo di evangelizzare, di portare la parola di Dio. Nella vita di un cristiano, muoversi - muoversi nella vita - portarsi a compiere nuove esperienze, incontrare nuove persone: queste sono le caratteristiche del cristiano, che non può restare chiuso in sé stesso. L’esperienza bellissima dell’amore e della misericordia di Dio va comunicata.

D. – Quali sono le mete dei pellegrinaggi religiosi più seguite dai fedeli?

R. – In tutti i Paesi del mondo ci sono dei santuari rilevanti per la storia, per gli avvenimenti che sono accaduti, apparizioni mariane ecc. Naturalmente, se restiamo nel nostro contesto europeo, in particolare la Terra Santa, che è “Il” pellegrinaggio - con un’accentuazione particolare - essendo anche il luogo dove noi ripercorriamo i passi di Gesù, dove tutte le pietre gli parlano, diventano parola della presenza di Dio in mezzo a noi, dell’Emmanuele di Dio con noi. E poi naturalmente i grandi luoghi di pellegrinaggio mariano, come Lourdes e Fatima, sono molto ricercati: sono luoghi dove si sperimenta pace, gioia e consolazione. Se la Terra Santa è scoprire il volto di Cristo - scoprire anche il suo volto umano, semplice, della quotidianità di Gesù, che utilizza tra l’altro gli esempi della vita quotidiana intorno a lui nel Vangelo - i luoghi di Maria sono i luoghi della Madre, dove c’è l’abbraccio materno di Colei che continua a generarci nella fede.

D. – Quali sono le motivazioni che nel Giubileo del 2015 spingono a mettersi in cammino per incontrare il Signore?

R. – Il Giubileo è un’occasione molto speciale, perché è un tempo di grazia. Il Papa nel bellissimo documento – la Bolla di Indizione per il Giubileo – parla di “tempo favorevole per la Chiesa”, perché renda più forte ed efficace la testimonianza dei fedeli. Il Giubileo è un’occasione straordinaria, un tempo favorevole, in cui veramente essere bagnati e ricoperti dal suo amore. E il tema della misericordia è un tema che riguarda tutti noi.

D. – Come cambia la vita dei fedeli quando il loro percorso di fede tocca le mete religiose?

R. – Molte persone che partecipano anche ai nostri pellegrinaggi non hanno una vita di fede come noi possiamo immaginare, piena, completa; per cui il pellegrinaggio è semplicemente un’aggiunta, ma molte persone sono proprio alla ricerca. Per noi è un’occasione bellissima di compiere ciò che la Chiesa oggi ci chiede: cioè di essere strumento di evangelizzazione, portare la semplicità del messaggio del Signore, della sua presenza insieme a noi, di comunicare l’amore di Dio. All’interno del pellegrinaggio ci sono delle scoperte bellissime: noi ne abbiamo fatta testimonianza accompagnando i pellegrini in giro per il mondo. Ancora non ho fatto esperienza di un pellegrino che sia ritornato senza qualcosa nel cuore, senza il cuore pieno di una gioia, di una pace nuova che ha cercato, qualche volta anche inconsapevolmente decidendo di partecipare a un pellegrinaggio. 








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