2015-09-14 15:25:00

2012, Benedetto XVI a Cuba: convivano giustizia e libertà


Mancano ormai pochi giorni al viaggio di Papa Francesco a Cuba negli Stati Uniti: sarà la visita più lunga del suo Pontificato, in tutto 10 giorni, dal 22 al 28 settembre. E’ il terzo Pontefice a recarsi nell’isola caraibica. Nel 1998 si svolse la prima storica visita di Giovanni Paolo II. Nel 2012, dal 26 al 28 marzo, è stata la volta di Benedetto XVI. Ripercorriamo questo secondo viaggio pontificio a Cuba con il servizio di Sergio Centofanti:

Nel cuore di Benedetto XVI le giuste aspirazioni di tutti i cubani
Benedetto XVI arriva come “pellegrino della carità”, portando nel cuore “le giuste aspirazioni e i legittimi desideri di tutti i cubani, dovunque si trovino, le loro sofferenze e gioie”. Il suo primo pensiero in terra cubana va in particolare ai poveri e ai detenuti. Parla di giustizia, pace, libertà, diritti fondamentali, riconciliazione in un momento segnato dalla “difficoltà economica” e da “una profonda crisi di tipo spirituale e morale, che ha lasciato l’uomo senza valori e indifeso di fronte all’ambizione e all’egoismo di certi poteri che non tengono conto del bene autentico delle persone e delle famiglie”. “Il vero progresso – sottolinea – necessita di un’etica che collochi al centro la persona umana” con la “sua dimensione spirituale e religiosa”. Benedetto XVI ricorda lo storico viaggio di Giovanni Paolo II a Cuba nel 1998: una visita che ha dato “nuovo vigore alla Chiesa” nel Paese “destando in molti una rinnovata coscienza dell’importanza della fede”, soprattutto in una terra dalle “profonde radici cristiane”, e stimolando “il desiderio di lavorare con audacia per un futuro migliore”. “Uno dei frutti più importanti di quella visita – afferma Benedetto XVI – fu l’inaugurazione di una nuova fase nelle relazioni tra la Chiesa e lo Stato cubano con uno spirito di maggiore collaborazione e fiducia, benché rimangano ancora molti aspetti nei quali si può e si deve avanzare”.

Se la società estromette Dio diventa luogo inospitale
“Quando Dio è estromesso – afferma durante la Messa in occasione del 400.mo anniversario della scoperta dell’immagine della Vergine della Carità del Cobre – il mondo si trasforma in un luogo inospitale per l’uomo”. “Allontanarsi da Dio ci allontana da noi stessi e ci precipita nel vuoto. L’obbedienza nella fede è la vera libertà”. Il Papa ricorda che “la famiglia fondata sul matrimonio” ha “l’altissima missione di essere cellula fondamentale della società”, sottolinea la necessità “di accogliere la vita umana, specialmente la più indifesa e bisognosa”. Invoca “le armi della pace, del perdono e della comprensione” per “costruire una società aperta e rinnovata, una società migliore, più degna dell’uomo”. Prega per coloro che sono privi di libertà.

In Gesù si trova la vera libertà
Nella Messa, presieduta nella “emblematica” Plaza de la Revolución all’Avana, annuncia “apertamente il Signore Gesù come Via, Verità e Vita. In Lui – afferma - tutti troveranno la piena libertà”. Il Cristianesimo – spiega – non impone ma propone l’invito di Cristo a conoscere la verità che rende liberi”. “Non esitate – è la sua esortazione – a seguire Gesù Cristo. In Lui troviamo la verità su Dio e sull’uomo”. Quindi parla della libertà religiosa che è “essenziale” e consiste “nel poter proclamare e celebrare anche pubblicamente la fede”. Riconosce “con gioia che sono stati fatti passi in Cuba affinché la Chiesa compia la sua ineludibile missione di annunciare pubblicamente e apertamente la sua fede. Tuttavia – nota - è necessario proseguire” su questa strada. Benedetto parla della libertà educativa: “E’ da sperare che presto giunga anche qui il momento in cui la Chiesa possa portare nei vari campi del sapere i benefici della missione” che il Signore le ha affidato. Cuba, come il mondo, ha “bisogno di cambiamenti, ma questi ci saranno solo se ognuno è nella condizione di interrogarsi sulla verità” liberamente.

A Cuba convivano giustizia e libertà
Nella cerimonia di congedo lancia un accorato appello: “Cuba sia la casa di tutti e per tutti i cubani, dove convivano la giustizia e la libertà”. “Il rispetto e la cura della libertà che palpita nel cuore di ogni uomo è imprescindibile per rispondere in modo adeguato alle esigenze fondamentali della sua dignità e costruire così una società nella quale ciascuno si senta protagonista del futuro della propria vita, della propria famiglia e della propria patria”: “nessuno si senta impedito”, per “limitazione delle proprie libertà fondamentali”, a prendere parte” all’appassionante compito di costruire “una società di ampi orizzonti, rinnovata e riconciliata”. Il Papa ribadisce il no all’embargo statunitense esortando ad “un dialogo paziente” e a eliminare “posizioni inamovibili ed i punti di vista unilaterali che tendono a rendere più ardua l’intesa ed inefficace lo sforzo di collaborazione”. Quindi, l’appello finale: “Cuba, ravviva in te la fede dei tuoi Padri! Prendi da questa fede la forza per edificare un avvenire migliore, abbi fiducia nelle promesse del Signore, apri il tuo cuore al Vangelo per rinnovare in modo autentico la vita personale e sociale”.








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