2015-09-18 12:42:00

Acli: crescono le differenze sociali, come nel Dopoguerra


In Italia, solo negli anni tra il 1977 e il 1991 i poveri hanno visto un sensibile miglioramento delle loro condizioni di vita. Ed oggi, sul fronte della disuguaglianza, siamo tornati ai livelli del Dopoguerra. E’ quanto emerge dall’annuale convegno di studi delle Acli ad Arezzo in corso fino a sabato. Il servizio di Alessandro Guarasci:

Le disuguaglianze nella socetà italiana tendono ad aumentare. Su questo fronte il Paese di oggi è simile a quello del 1945-46. Il direttore del centro di ricerca Iref Acli, Marco Livia:

“La diseguaglianza noi la percepiamo soprattutto tra chi ha il lavoro e chi non ha il lavoro. Chi ha il lavoro è in una situazione sicuramente, anche se toccato dalla crisi, di sicurezza e di maggiore robustezza del proprio futuro. Le nuove generazioni hanno difficoltà a costruire il loro futuro, a costruire quella che può essere anche una dimensione di famiglia, una dimensione di vita, a progettare la propria storia di vita: sono bloccati”.

Ne consegue che ci si sposa sempre più tardi ed è sempre più difficile fare figli. E un’altra spia da tenere sott’occhio: si è tornati ad emigrare. Ancora Livia:

“Si torna ad emigrare al settentrione, si torna ad emigrare anche all’estero. Noi abbiamo un saldo negativo in questo momento tra persone che rientrano e persone che escono di meno 32.814. Quindi ogni anno noi perdiamo 32.814 persone funzionalmente - questi sono i dati del saldo migratorio dei cittadini italiani proprio nelle fasce di età giovanile - rispetto al 2002, per esempio, in cui il saldo migratorio era di meno 8”.

Solo negli anni ’80 i più poveri hanno beneficiato dell'aumento del reddito. Negli ultimi dieci anni, poi se mettiamo assieme aumento della povertà e calo della crescita, l’indice della disuguaglianza è cresciuto di oltre sei punti percentuali. L’economista Giovanni Vecchi:

“Gli italiani non hanno neppure una linea ufficiale nella povertà. Quindi, da quando il Regno è nato, nel 1861, gli italiani non hanno mai saputo dotarsi di uno strumento per misurarlo. Direi che questo sia un dato eloquente”.








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