2015-09-19 15:57:00

Colosseo, fondi sbloccati, ma sindacati minacciano sciopero


Sarà possibile uno sciopero ad ottobre, “se non sarà data risposta al contratto nazionale dei lavoratori dei beni culturali, scaduto da sei anni”. A confermare la mobilitazione unitaria la Cigl, in accordo con Cisl e Uil, dopo il decreto varato ieri dal governo. Francesca Sabatinelli:

Come previsto, l’assemblea sindacale di due giorni fa, che per ore ha tenuto chiuso il Colosseo e i principali siti archeologici di Roma, oltre ad aver creato scompiglio e delusione tra i turisti, ha generato un effetto domino politico. Di ieri sera il decreto approvato dal consiglio dei ministri che equipara i beni culturali ai servizi pubblici essenziali. Di oggi l’annuncio del probabile sciopero di ottobre. Non serve questo decreto, polemizzano i sindacati, che per il rilancio del settore chiedono più investimenti e più occupazione, e che sarcasticamente si chiedono come mai, solo dopo l’assemblea sindacale, sia arrivato lo sblocco dei fondi per pagare  i salari accessori di tutti i lavoratori del Mibact per il 2014 e il 2015: da un anno i lavoratori non percepivano straordinari e festivi. Per alcuni il decreto, e di conseguenza la stretta sugli scioperi, sarebbe in realtà già stato preparato in precedenza, per altri la chiusura del Colosseo è da ritenersi inaccettabile. Elisabetta Addis, docente di Economia Politica all’Università di Sassari e di Politica ed Economia del Welfare alla Luiss.

R. – Non c’è nessuno, ovviamente, che possa sostenere che è giusto chiudere il Colosseo e lasciare fuori i turisti, siamo tutti contro. Però, secondo me, la mossa del governo di portare immediatamente i servizi museali dentro ai servizi pubblici essenziali, non è la mossa giusta. E’ una mossa mediatica che dà l’impressione che il governo si muova, però bisogna anche non soltanto soddisfare lo sdegno, giusto, dei cittadini, ma anche fare leggi serie. E la verità è che il Colosseo e i Fori sono importantissimi ma non sono servizi pubblici essenziali. I servizi pubblici essenziali sono gli ospedali, sono le scuole e i servizi museali invece sono un’altra cosa, che ugualmente va gestita nel rispetto dei diritti dei turisti, che poi sono anche parte della ricchezza della nazione,  però, secondo me, non ci si guadagna a fare di tutta un’erba un fascio e non ci si guadagna a non aver pronto un altro e diverso metodo di risolvere le relazioni industriali all’interno della Pubblica Amministrazione. Per cui il vero problema è questo: chi ha fatto l’assemblea al Colosseo, sono giovani  che fino a poco tempo fa erano precari e che Renzi ha molto aiutato con il Jobs act, che hanno stipendi molto, molto, bassi in relazione alla qualifica che hanno, e c’è il problema che non prendono gli straordinari. Queste persone, a chi si devono rivolgere per risolvere un problema di contrattualizzazione e di non-pagamento? C’è qualcuno che è in torto verso di loro, ed è la Pubblica Amministrazione, e manca il canale attraverso cui possono parlare. Per questo parlano con la protesta sindacale. E non mi piace che chiudano il Colosseo per la protesta sindacale, ma che canali hanno per parlare?

D. – C’è chi ravvisa semplicemente un pretesto per un attacco in generale al diritto di sciopero e comunque alla Camusso, ai sindacati e alla Cgil in particolare …

R. – Ma no! Questo, addirittura, di vederci il dolo, non ce lo vedrei. Direi che ciascuno sta facendo la sua parte. Il governo sta facendo la parte di chi reagisce subito e dà l’impressione di essere decisionista, e fa bene a fare questa parte. La Camusso sta facendo la parte del sindacato che difende i lavoratori, e anche lei sta facendo bene la sua parte. Il mio problema, però, da tecnico e anche da economista e anche da studioso dello stato sociale, e quindi anche del problema di come funziona la comunicazione nel settore pubblico, è invece dire: con uno sguardo un po’ di lungo periodo il ministro Madia, perché qui c’è anche il problema della riforma della Pubblica Amministrazione, che cosa sta facendo per musei e università? Io lavoro all’università, la ragazza che mi ha aiutata per 30 ore due anni fa, ancora non è pagata: 900 euro per 30 ore, perché il decreto è alla Corte dei Conti. Ecco, cose come queste stiamo andando a vedere perché non funzionano e a chi spetta risolverle? Secondo me, la colpa lì non è assolutamente solo dalla parte dei lavoratori, né dalla parte dei sindacati. E vorrei che questa vicenda del Colosseo servisse di più a far passare l’informazione e a ragionare, a dialogare, all’interno della Pubblica Amministrazione, che non a dire: “Renzi è bravo, ha reagito bene “ oppure “il sindacato è vecchio e ha reagito male”.  Renzi ha fatto la sua parte nel gioco, la Camusso ha fatto la sua parte nel gioco. Vediamo i problemi veri, quali sono ...








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