Un atto “assolutamente inaccettabile”: così la Commissione episcopale Giustizia e pace della Chiesa giapponese definisce la decisione del Parlamento nazionale di approvare una nuova legge in materia di sicurezza. Il provvedimento – riferisce l’agenzia Fides – è stato varato ieri ed è promosso dal governo di Shinzo Abe; esso consente al Paese di impiegare le proprie forze armate in missioni militari all'estero, segnando un cambiamento epocale rispetto alla Costituzione giapponese, che vieta espressamente l'uso delle forze armate nipponiche al di fuori dei confini nazionali.
Rinuncia alla guerra, scelta fondamentale
I presuli giapponesi non accettano, quindi, che “un
esecutivo decida di mettere in atto una reinterpretazione che va contro un principio
fondamentale della Costituzione”, in particolare l’articolo 9 che impone al Giappone
di non mantenere un esercito di aggressione, ma soltanto delle “forze di autodifesa”.
Giustizia e pace difende, poi, la “rinuncia alla guerra”, scelta fondamentale operata
70 anni fa. Grazie a questa scelta, ricorda i vescovi, “il Giappone non ha causato
morti in guerra, sia tra giapponesi o stranieri, nel corso di questi anni, mentre
la società internazionale ha subito incessanti conflitti armati”.
Nei mesi scorsi, numerose le manifestazioni di dissenso
Con la nuova legge, invece, il Paese potrebbe partecipare
alle missioni Onu che prevedono l'intervento armato, fornire supporto logistico e
militare agli Usa e ad altre “nazioni amiche”, così come partecipare alle operazioni
antiterrorismo internazionali o intervenire direttamente in caso di una crisi militare
con la Corea del Nord. Da ricordare che nei mesi scorsi nel Paese nipponico si sono
registrate diverse manifestazioni popolari per protestare contro la nuova legge e
difendere l'articolo 9 della Costituzione. (I.P.)
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